Ogni anno nel mondo si verificano quasi 400 mila nuovi casi di tumore mammario positivo per i recettori ormonali (Hr+) e negativo per il recettore del fattore di crescita dell’epidermide umano 2 (Her2-), il tipo più comune di cancro al seno.
Quando la malattia raggiunge la fase metastatica, le pazienti diventano resistenti alla terapia endocrina e la loro principale opzione di trattamento è limitata alla chemioterapia a singolo agente.
Quest’ultima è purtroppo poco efficace, il che implica una prognosi sfavorevole, quantificabile in un tasso di sopravvivenza a cinque anni del 30%.
Una buona notizia arriva, però, dal congresso della European society of medical oncology (Esmo), che si è tenuto a Parigi da 9 al 13 settembre 2022, durante il quale sono stati comunicati i risultati positivi di sacituzumab govitecan, un coniugato anticorpo-farmaco, nel contrastare questo tipo di neoplasia in fase avanzata.
Lo studio Tropics-02 su oltre 500 pazienti
L’annuncio si è basato sui nuovi dati dello studio di fase 3 Tropics-02, multicentrico, in aperto, randomizzato, che ha interessato 543 pazienti con carcinoma mammario Hr+/Her2- metastatico, trattate in precedenza con terapia endocrina, inibitori delle chinasi ciclina-dipendenti 4 e 6 (Cdk4/6) e almeno due linee di chemioterapia. Tra le assistite, 272 hanno ricevuto sacituzumab e 271 la chemioterapia.
Nel corso della ricerca, le donne trattate con sacituzumab hanno registrato una sopravvivenza globale di 14,4 mesi, mentre quelle che avevano ricevuto la chemioterapia hanno avuto una sopravvivenza di 11,2 mesi: le prime hanno, quindi, ottenuto un incremento di 3,2 mesi rispetto alle seconde.
Sacituzumab ha anche dimostrato di riuscire a migliorare, sempre rispetto alla chemioterapia, il tasso di risposta obiettiva, la qualità di vita e l’affaticamento. Non è stata, invece, rilevata alcuna differenza statisticamente significativa per quanto riguarda il dolore.
In precedenza, nel corso del 2022, lo studio Tropics-02 aveva già evidenziato che il coniugato anticorpo-farmaco era in grado di aumentare, rispetto alla chemioterapia, la sopravvivenza libera da progressione.
Verso nuove indicazioni terapeutiche
Sacituzumab, già approvato in 35 Paesi, tra cui l’Italia, per il trattamento di pazienti con carcinoma mammario triplo negativo non resecabile localmente avanzato o metastatico, non ha ancora ricevuto il via libera da nessuna agenzia regolatoria per il trattamento del carcinoma mammario Hr+/Her2- metastatico.
Da qui l’invito di Giampaolo Bianchini, responsabile del gruppo Patologia Oncologica della Mammella dell’Ospedale San Raffaele di Milano, che dichiara: «Mi auguro che gli enti regolatori europei approvino il farmaco al più presto, rendendolo disponibile per le pazienti che ne hanno bisogno».
Paola Arosio