Secondo i dati diffusi dalla Federazione Internazionale del Diabete, 463 milioni di adulti tra 20 e 79 anni d’età convivono con il diabete. Per loro la scoperta dell’ormone dell’insulina ha cambiato la storia clinica e la qualità di vita.
Secondo le stime i casi saliranno a quota 700 milioni entro il 2045, di cui la necessità di implementare le cure e nuove soluzioni e dispositivi terapeutiche. Oggi comunque sempre più efficienti, grazie a insuline più maneggevoli e in grado di mimare la risposta fisiologica, avvicinandosi sempre più all’ottimale.
I risultati conseguiti nella gestione e cura del diabete sono frutto di una alleanza fra ricerca, offerta terapeutica e team assistenziale.
«L’insulina è nulla senza il diabetologo; non è mai il solo farmaco a curare. Sono stati fatti passi enormi in questo campo», dichiara Franco Grimaldi, presidente dell’Associazione Medici Endocrinologi, «ma è solo grazie al lavoro di team che coinvolge sempre diabetologo, infermiere e dietista che si ottengono i risultati migliori e un’assistenza di qualità. La persona con diabete va educata, sostenuta e rimotivata continuamente, grazie al lavoro di squadra».
Un’alleanza che trova risposta anche nella gestione e trattamento della malattia in età pediatrica.
«In 100 anni i risultati del trattamento del diabete nel bambino e nell’adolescente sono in costante e rapido miglioramento», continua Claudio Maffeis, presidente della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica – grazie all’integrazione di un mix di due componenti irrinunciabili: l’insulina, da un lato, disponibile in formulazioni sempre più efficaci che permettono di personalizzare la terapia diabetica, e il pediatra diabetologo che istruisce il paziente e la sua famiglia all’autogestione, accompagnandolo in tutte le delicate fasi della crescita fisica e psicologica. “Insieme” il diabete non fa più paura».
Ora le attese per implementare i risultati raggiunti vanno nella direzione dell’innovazione: «Il futuro è nella tecnologia della produzione e della somministrazione di insulina», aggiunge Enzo Provenzano, presidente della Società Italiana Metabolismo Diabete Obesità, «che affiancherà l’opera dei nostri bravi diabetologi».
Il successo dell’insulina e la storia delle persone che l’hanno costruita, sono oggi raccontati nel progetto: “Insulina, 100 anni. Storie di scienza, di uomini e di donne”, promosso dall’azienda svedese Novo Nordisk, incentrato a celebrare e a riconoscere il ruolo fondamentale del diabetologo nella cura della malattia e nel prendersi cura della persona con diabete.
L’iniziativa ha coinvolto, a partire da giugno, la comunità degli specialisti italiani invitati a inviare, attraverso la piattaforma digitale creata per l’occasione, parole, immagini che esprimessero il vissuto della propria quotidianità di cura della malattia.
Ne è nato un video celebrativo che sintetizza, attraverso le testimonianze raccolte, le sfide quotidiane, il rapporto con il paziente e le prospettive offerte dalle nuove cure e dalle nuove tecnologie.
«Stiamo celebrando un momento storico in cui la scienza ha fatto enormi passi in avanti. Grazie all’intuizione di due uomini, Frederik Grant Banting e Charles H. Best», conclude Annamaria Colao, presidente Società Italiana di Endocrinologia, «e grazie agli esperimenti anche sugli animali, milioni di bambini, uomini e donne con diabete sono sopravvissuti. La scoperta dell’insulina, oltre a offrire una modalità di cura, invita a riflettere anche sulla metodologia della ricerca scientifica. Pur avendo poche tecniche a disposizione la ricerca può portare a traguardi straordinarie grazie all’intuito e al coraggio dei ricercatori».
Il video celebrativo è disponibile sul sito del progetto www.insulina100anni.it.
Francesca Morelli