Il congresso SIFO 2020 è stato incentrato sul “dato” come protagonista di informazione. Un dato che deve essere il più possibile uniforme e connesso e che deve essere analizzato in modo corretto. Quando la mole di dati da valutare cresce in quantità, intervengono l’intelligenza artificiale e le digital therapeutics, ovvero software che prendono la forma di videogiochi, sensori o realtà virtuale, basati su algoritmi che agiscono come terapia.

«Le digital therapeutics rientrano nella definizione di farmaco, vengono validate attraverso una sperimentazione clinica controllata e approvate dagli enti regolatori, possono essere prescritte dal medico e rimborsate. Le digital therapeutics in corso di sperimentazione clinica riguardano oggi le malattie croniche, quelle del sistema nervoso centrale, le condizioni psicologiche e psichiatriche e le dipendenze, alcune delle quali già approvate negli USA. Il farmacista SSN, prima come farmacista di ricerca nelle sperimentazioni che possono portare le digital therapeutics all’interno della pratica clinica quotidiana e dopo come farmacista clinico nei team multidisciplinari, contribuisce a un sistema di sanità digitale diffuso, ma anche appropriato, sicuro ed efficace per i pazienti», spiega la dottoressa Barbara Meini, coordinatrice del comitato scientifico del congresso SIFO e dirigente farmacista presso l’USL nord-ovest Toscana.

Le digital therapeutics sono un esempio di sanità digitale, affiancate dalle app mediche, dal patient care monitoring, dai sensori indossabili e da tutti quegli strumenti che consentono un monitoraggio da remoto. Anche questi dispositivi devono essere validati con sperimentazioni cliniche e in qualche modo coinvolgono il farmacista ospedaliero.
Lo conferma Meini: «il nostro contributo può essere fondamentale anche per tutti gli sviluppi futuri delle app mediche, delle applicazioni dell’intelligenza artificiale e del machine learning in ambito sanitario, dove la competenza professionale e l’aggiornamento continuo non sarà mai superato da sistemi tecnologici autoreferenziali.
Le digital therapeutics sono principalmente rivolte a patologie per le quali la medicina moderna, nonostante i progressi, non è in grado di dare risposte definitive (curare) o rendere la qualità di vista soddisfacente, a causa anche di percorsi assistenziali lunghi.
Queste possono essere utilizzate in modo indipendente o in associazione ad altri farmaci.
Paradossalmente possono avere un costo inferiore rispetto le terapie farmacologiche “convenzionali”.
Per tutti questi motivi la sanità digitale deve essere valutata con la metodologia dell’Health Technology Assessment, per cui il farmacista SSN potrà contribuire allo studio di metodi innovativi per comprendere il valore clinico (sicurezza, efficacia, rischi, destinazione d’uso, eticità) delle terapie digitali».

Stefania Somaré