Il trattamento conservativo dell’artrosi di ginocchio prevede la sinergia tra interventi di carattere riabilitativo, fisico e farmacologico, volti a ridurre la disabilità funzionale, il sintomo doloroso e contrastare gli altri effetti di un’infiammazione cronica, come calore, gonfiore e così via.
Le linee guida della European Society for Clinical and Economic Aspects of Osteoporosis, Osteoarthritis and Musculoskeletal Diseases (ESCEO) raccomandano di utilizzare farmaci a lenta azione, come la glucosamina solfato o la condroitin solfato, come trattamento di prima linea a lungo termine e il paracetamolo per il trattamento delle fasi acute. In letteratura gli effetti della glucosamina solfato sono stati ben studiati, ma raramente distinguendo tra l’uso dell’integratore o del farmaco prescritto.
Inoltre, l’esperienza mette in dubbio l’effettiva efficacia del paracetamolo.
Le linee guida internazionali suggeriscono anche l’uso di antinfiammatori non steroidei (NSAIDs) per il trattamento dell’artrosi: l’ESCEO stessa li consiglia come seconda linea di trattamento, qualora gli altri metodi non funzionino. I NSAIDs possono però essere dannosi per il fegato, se utilizzati per periodi di tempo troppo lunghi, per cui le stesse linee guida di norma suggeriscono anche di utilizzarli per periodi brevi e di selezionare la molecola più adatta al profilo di rischio del singolo paziente.
Un team di ricerca italo-francese ha presentato una scoping review per valutare la sinergia tra NSAIDs e glucosamina solfato nel trattamento della gonartrosi.
Cinque studi sono stati individuati in letteratura come rispondenti ai criteri di inclusione stabiliti dai ricercatori, 4 randomizzati e controllati e uno studio prospettivo osservazionale.
Tutti gli studi concordano nel definire efficace la sinergia tra le due tipologie di farmaco. Più nello specifico, tre degli studi randomizzati confrontano gli effetti dei due farmaci associati con quelli del solo farmaco NSAID, prendendo in considerazione ognuno una molecola differente: etoricoxib, celecoxib e meloxicam.
Il quarto studio randomizzato, invece, confronta gli esiti dell’associazione con quelli dell’assuzione di solo glucosamina solfato.
Nello studio prospettico, infine, viene confrontata l’efficacia del solo celecobix contro l’assunzione del NSAID insieme alla glucosamina solfato. Tutti mostrano un miglioramento maggiore nel gruppo studio, sia per quanto concerne il dolore, che per la funzionalità articolare. L’approccio rientra nella strategia multimodale richiesta dalla maggior parte delle linee guida.
La revisione ha visto collaborare l’Università di Palermo, l’Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Policlinico Le Scotte dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, l’University of Franche-Comté e l’University Hospital Besancon. Stando al Global Burden Desease 2019, la prevalenza dell’artrosi è cresciuta del 113,25% tra il 1990 e il 2019, mentre nello stesso arco temporale il trend relativo agli anni vissuti con disabilità per l’atrosi è cresciuto del 114,5%.
(Lo studio: Veronese, N., Ecarnot, F., Cheleschi, S. et al. Possible synergic action of non-steroidal anti-inflammatory drugs and glucosamine sulfate for the treatment of knee osteoarthritis: a scoping review. BMC Musculoskelet Disord 23, 1084 (2022). https://doi.org/10.1186/s12891-022-06046-6)
Stefania Somaré