Edema maculare diabetico, Commissione Europea approva brolucizumab 6 mg

L’edema maculare diabetico è una delle manifestazioni cliniche della retinopatia legata al diabete ed è tra le principali cause di cecità nei Paesi Occidentali. In base ai risultati degli studi di fase III Kestrel e Kite, la Commissione Europea ha approvato brolucizumab 6mg per i pazienti con edema maculare diabetico.

Lo scorso 13 aprile, la Commissione Europea ha approvato brolucizumab 6 mg per il trattamento dei disturbi visivi dovuti a edema maculare diabetico – DME. Già nel 2020, brolucizumab aveva ricevuto l’approvazione per il trattamento della degenerazione maculare umida dovuta all’età. La decisione della Commissione si applica in tutti i 27 Stati Membri dell’UE nonché a Islanda, Norvegia e Liechtenstein.

L’edema maculare diabetico

L’edema maculare diabetico – DME – è una complicanza micro-vascolare che interessa il 12% dei pazienti con diabete di tipo 1 e il 28% di quelli affetti da diabete di tipo 2 e può avere un impatto debilitante sull’acuità visiva, portando fino alla cecità. Elevati e costanti livelli di zucchero nel sangue rischiano infatti di danneggiare i vasi sanguigni degli occhi causando una perdita di fluido. Questo danno porta ad un eccesso di fattore di crescita endoteliale vascolare, VEGF, una proteina che stimola la crescita dei vasi sanguigni.

A livelli elevati di edema maculare diabetico, il VEGF stimola la crescita di vasi sanguigni anormali e permeabili. L’accumulo di fluido – noto come edema – nella macula appare quindi come un marker chiave dell’attività di malattia e può portare alla perdita della vista. I primi sintomi di edema maculare potrebbero determinare una visione centrale sfocata o una percezione distorta del colore anche se la malattia, in alcuni casi, può progredire, nelle sue fasi iniziali, in assenza di sintomi.

«L’edema maculare diabetico è una pericolosa manifestazione clinica della retinopatia legata al diabete», ha precisato Agostino Consoli, professore ordinario di Endocrinologia presso l’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti, responsabile della UOC Territoriale di Endocrinologia e Malattie Metaboliche della Ausl di Pescara e presidente della Società Italiana di Diabetologia, il quale ha proseguito.

«Nella retinopatia diabetica i vasi sanguigni, danneggiati dall’alta concentrazione di glucosio nel sangue, permettono la fuoriuscita di liquidi che si accumulano nella macula, causandone l’edema e portando con il tempo a deficit visivi importanti. Ecco perché un trattamento con agenti anti-VEGF come il brolucizumab, molecole capaci di mantenere sotto controllo la fuoriuscita del fluido, risulta particolarmente efficace».

Le ragioni dell’approvazione: i risultati degli studi KESTREL e KITE

L’approvazione della Commissione poggia le basi sui dati emersi dal primo anno degli studi di fase III Kestrel e Kite, randomizzati e in doppio cieco, che hanno raggiunto l’endpoint primario di non inferiorità rispetto ad aflibercept nella variazione dell’acuità visiva meglio corretta (BCVA) rispetto al basale.

Kestrel e Kite hanno arruolato 926 pazienti in 36 Paesi. Nella fase di carico di entrambi gli studi, i pazienti nei gruppi brolucizumab sono stati trattati ogni 6 settimane per un totale di cinque iniezioni; nei gruppi aflibercept sono stati trattati ogni 4 settimane per un totale di cinque iniezioni, in linea con la sua posologia. In entrambi gli studi, dopo la fase di carico, oltre la metà dei pazienti del gruppo di brolucizumab 6 mg – il 55,1% nello studio Kestrel e il 50,3% in Kite – è rimasta in un intervallo di somministrazione di 12 settimane durante il primo anno. Il dosaggio di aflibercept è allineato alle indicazioni UE approvate nel primo anno di trattamento.

Nel complesso, una percentuale numericamente inferiore di occhi nei pazienti trattati con brolucizumab presentava fluido intraretinico, sottoretinico o entrambi alla 52esima settimana rispetto agli occhi trattati con aflibercept (in Kestrel 60,3% per brolucizumab vs 73,3% per aflibercept; in Kite rispettivamente 54,2% contro 72,9%).

Gli eventi avversi

Gli eventi avversi oculari e non oculari più comuni durante il primo anno negli studi Kestrel e Kite sono stati: emorragia congiuntivale, rinofaringite e ipertensione.
Le percentuali di infiammazione intraoculare nello studio Kestrel sono state del 4,7% per brolucizumab 3 mg (incluso l’1,6% di vasculite retinica), del 3,7% per brolucizumab 6 mg (incluso lo 0,5% di vasculite retinica) e dello 0,5% per aflibercept 2 mg. Le percentuali di infiammazione intraoculare nello studio Kite erano equivalenti (1,7%) tra brolucizumab 6 mg e aflibercept 2 mg senza vasculite retinica riportata.

L’occlusione vascolare retinica è stata riportata in Kestrel per brolucizumab 3 mg (1,1%) e 6 mg (0,5%) e in Kite per brolucizumab e aflibercept (0,6% ciascuno). La maggior parte di questi eventi si è mostrato gestibile e risolvibile con le cure cliniche di routine.

Nello studio Kestrel, la percentuale di pazienti che hanno manifestato una perdita superiore o uguale a 15 lettere rispetto alla condizione iniziale durante il primo anno è stata dell’1,6% per brolucizumab 3 mg, dello 0% per brolucizumab 6 mg e dello 0,5% per aflibercept.
Nello studio Kite, la percentuale di pazienti che hanno manifestato una perdita maggiore o uguale a 15 lettere dall’inizio nel primo anno è stata dell’1,1% per brolucizumab 6 mg e dell’1,7% per aflibercept. Brolucizumab 6 mg è la dose approvata per la commercializzazione.

Risultati di efficacia e sicurezza

«I risultati di efficacia, sicurezza e intervallo tra le somministrazioni, evidenziati dagli studi Kestrel e Kite hanno mostrato un miglioramento significativo dei parametri anatomici e della funzionalità visiva dovuto all’utilizzo di brolucizumab anche per questa nuova indicazione.

Come specialisti della retina non possiamo che essere soddisfatti di poter arricchire il nostro armamentario terapeutico e di poter migliorare la salute visiva e la qualità di vita dei nostri pazienti, grazie a un trattamento davvero efficace nel mantenere asciutta la retina», ha commentato Rosangela Lattanzio, responsabile del Servizio di Retina Medica-Vasculopatie dell’Ospedale San Raffaele di Milano e presidente della Società Italiana Retina.

Elena D’Alessandri