Asma e BPCO: un supporto del farmacista migliora aderenza a terapia inalatoria

Uno studio nigeriano, condotto in uno degli ospedali principali del Paese, mostra l’importanza di supportare i pazienti con asma e BPCO nelle terapie inalatorie, per migliorarne l’aderenza terapeutica e, quindi, il controllo della malattia.

Sono circa 300 milioni le persone che soffrono di asma a livello globale, con una incidenza che cresce rapidamente, in parte anche per l’aumento dell’inquinamento atmosferico. In Europa gli asmatici sarebbero 30 milioni, secondo le stime della Global Initiative for Asthma.

Per quanto riguarda il nostro Paese non ci sono cifre precise, anche se circa il 15-20% della popolazione soffre di allergie da pollini e/o polvere, spesso associate a fenomeni asmatici.

Tra le terapie utilizzate in questi soggetti vi sono quelle inalatorie, atte a ridurre l’infiammazione a livello bronchiale e quindi a ridurre le esacerbazioni asmatiche. Tuttavia, per essere davvero efficaci, queste terapie devono essere eseguite correttamente e l’aderenza terapeutica deve essere alta.

È invece dimostrato anche da alcuni studi di letteratura che spesso i pazienti asmatici non seguono correttamente le indicazioni dei propri curanti. Per migliorare la situazione, un team di ricerca nigeriano ha valutato quale possa essere il ruolo dei farmacisti nel migliorare l’aderenza terapeutica di questa popolazione di pazienti.

Modalità d’intervento

Il tipo d’intervento proposto dal team si basa su due mesi di incontri cognitivo-comportamentali e/o educazione sanitaria per individuare gli ostacoli che rendono difficile aderire alla terapia in modo corretto e trovare soluzioni per superarli.

Gli autori hanno quindi arruolato 130 pazienti seguiti dalla Clinica Pneumologica Ambulatoriale dell’Ospedale Universitario di Idaban, connesso all’Università di Idaban, la più importante del Paese. Si tratta di un ospedale terziario con 900 posti letto. Il team ha sviluppato uno studio quasi sperimentale basato sul confronto tra due gruppi: quello di studio è stato seguito come descritto sopra, mentre quello di controllo in modo convenzionale.

Tutti i pazienti sono stati inizialmente sottoposti a una serie di test e questionari per capirne l’aderenza terapeutica: una scala sviluppata dagli stessi autori, CMAAS-12, e due test già validati, l’ACT per il controllo dell’asma e il CAT per il controllo della BPCO. Vediamo che risultati sono stati ottenuti.

Il farmacista consente una migliore gestione di asma e BPCO

In linea generale, la partecipazione allo studio ha permesso di ottenere dei miglioramenti in termini di aderenza terapeutica, tanto nel gruppo di studio quanto in quello di controllo.

Vediamo qualche numero. Se all’inizio del percorso il 18,6% dei pazienti del gruppo di controllo e il 33,3% di quelli del gruppo di studio avevano già un’aderenza terapeutica ottimale, dopo due mesi queste percentuali sono passate al 27,1% e al 63,3% rispettivamente. Migliora anche la capacità di utilizzo del dispositivo inalatorio che passa dal 21,6% al 36,5% per il gruppo di controllo e dal 22,8% all’80,7% per quello di studio.

I miglioramenti sono significativamente maggiori nel gruppo di studio, a indicare l’utilità di un supporto da parte del farmacista ospedaliero. Ciò incide sul buon controllo dell’asma e della BPCO. Se nel gruppo di controllo, infatti, la percentuale di pazienti con asma controllata è passata dal 44,6% al 47,3%, nel gruppo di studio è andata dal 35,3% al 60,4%. Simile l’andamento per la BPCO. Vediamo ora quali sono le barriere che hanno individuato gli autori nel gruppo di controllo.

Tra le barriere anche l’assenza di un percorso di supporto

I farmacisti che hanno lavorato con i pazienti del gruppo di studio hanno individuato la conoscenza come barriera primaria a una scarsa aderenza terapeutica (40,4%). Seguono, per ordine di importanza, impedimenti pratici (38,7%) e aspetti attitudinali del carattere del paziente (20,9%). Su questi ultimi si può lavorare con la terapia cognitivo-comportamentale.

Per quanto riguarda gli impedimenti pratici, questi sono spesso esterni alla volontà del paziente: banalmente, alle volte non trova i farmaci presso l’ospedale. Anche l’assenza di un percorso di supporto da parte del farmacista può essere vista come una limitazione pratica alla buona aderenza terapeutica. Questo lavoro è pubblicato su BMC Health Services Research.

Lo studio: Adisa R, Ufuah UF, Ige OM. Impact of pharmacist-led intervention in medication adherence and inhaler usage on asthma and chronic obstructive pulmonary disease control: a quasi-experimental study. BMC Health Serv Res. 2024 Oct 8;24(1):1199. doi: 10.1186/s12913-024-11683-9. PMID: 39379970; PMCID: PMC11460063