Il tumore del pancreas è difficile da individuare in fase iniziale, sia perché la malattia, almeno al principio, non manifesta sintomi caratteristici, sia perché non esiste uno strumento di diagnosi precoce.
Attualmente sono noti alcuni meccanismi implicati nello sviluppo della neoplasia, anche se la comprensione complessiva dei vari processi resta ancora piuttosto limitata.
Verso lo sviluppo del cancro
Il primo fattore che può trasformare le lesioni precancerose in cancro pancreatico invasivo sono mutazioni del gene Kras, in seguito alle quali l’enzima GTPasi viene iperattivato, provocando la continua crescita delle cellule epiteliali nei dotti pancreatici. In generale, tali mutazioni non sono, però, sufficienti, da sole, ad avviare lo sviluppo del tumore. Possono, tuttavia, agire di concerto con un danno tissutale per accelerare la trasformazione maligna.
Ciò avviene quando si verifica una metaplasia da acino a duttale, ovvero una transizione aberrante in cui un tipo di cellula epiteliale pancreatica (cellula acinosa), caratterizzata da un alto grado di plasticità, viene temporaneamente riprogrammata in un altro tipo (cellula simile a una cellula duttale). Ma cosa interagisce con Kras innescando la sequela di eventi? Screening genetici ad ampio spettro suggeriscono possa trattarsi della proteina p130Cas.
Lo studio dei ricercatori di Torino
Per verificare questa ipotesi, gli scienziati del Centro di Biotecnologie molecolari dell’Università di Torino hanno realizzato uno studio, pubblicato su Gastroenterology. In topi suscettibili di cancro del pancreas hanno, anzitutto, osservato che un’elevata espressione di p130Cas ha una stretta correlazione con un maggiore sviluppo del tumore e una prognosi peggiore.
Hanno poi eliminato geneticamente la proteina, evidenziando che tale delezione blocca la metaplasia da acino a duttale dipendente da Kras, sopprimendo la tumorigenesi e migliorando notevolmente la sopravvivenza degli animali.
Il ruolo chiave di p130Cas
Grazie alla collaborazione con gli scienziati dell’University Medical Center di Amsterdam, i ricercatori hanno poi selezionato 98 pazienti con neoplasia pancreatica in fase iniziale e hanno esaminato l’espressione di p130Cas mediante esami di immunoistochimica.
In circa il 40% degli assistiti sono stati rilevati bassi livelli della proteina, nel restante 60% valori elevati. Quest’ultimo gruppo di pazienti ha registrato una sopravvivenza globale e una sopravvivenza libera da progressione significativamente più brevi rispetto al primo gruppo.
Gli esperti hanno anche rilevato che l’espressione di p130Cas costituisce un predittore indipendente di sopravvivenza.
«Le nostre osservazioni hanno dimostrato che p130Cas agisce a valle di Kras per promuovere la metaplasia da acino a duttale e il successivo sviluppo del tumore», ha spiegato Andrea Costamagna, primo autore dello studio. «Ora è necessario intraprendere ulteriori sperimentazioni mirate a comprendere se la proteina può essere utilizzata come marker molecolare nella diagnosi e nella terapia».
Paola Arosio