A somministrazione orale, consente di curare spondiliti e malattie infiammatorie intestinali, spesso associate, in un colpo solo.
Già approvato e rimborsato per il trattamento di artrite reumatoide e psoriasica, l’inibitore della janus chinasi tofacitinib è ora rimborsato dal SSN anche per il trattamento di pazienti adulti con spondilite anchilosante attiva che non rispondono alle terapie convenzionali.
Il documento che sancisce questa possibilità è la Determina n. 388/2023, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 1° giugno 2023, pagina 89.
Troppi ritardi nella diagnosi di queste spondiliti
Secondo le stime questa sponsilite, parte delle spondiloartriti sieronegative, colpisce soprattutto pazienti under 45 di genere maschile, avendo una prevalenza generale sulla popolazione compresa tra lo 0,1% e lo 0,4%. La zona della colonna più colpita è quella lombare. Il primo sintomo di questa malattia infiammatoria è infatti il dolore lombare cronico, con durata superiore ai 3 mesi.
Importante arrivare precocemente a una diagnosi certa, per evitare che si instaurino situazioni invalidanti, come difficoltà alla deambulazione e all’esecuzione delle attività quotidiane.
Purtroppo, i sintomi aspecifici portano a ritardi diagnostici anche di 11 anni: ciò ha implicazioni per il paziente e per il SSN stesso, che si trova ad avere costi di gestione molto elevati, soprattutto di tipo indiretto.
Per questo l’apprivazione del nuovo farmaco a piccole molecole è salutata con favore dagli specialisti, anche per la facilità di somministrazione.
I vantaggi di tofacitinib
Spiega, per esempio, Roberto Felice Caporali, professore ordinario di Reumatologia e direttore Scuola di Specializzazione in Reumatologia Università di Milano, direttore del Dipartimento di Reumatologia e Scienze Mediche ASST Gaetano Pini CTO Milano:
«tofacitinib si somministra per via orale e questo rappresenta un vantaggio per il paziente, che non deve ricorrere alla somministrazione per via parenterale, come succede per molti altri farmaci avanzati».
Non stupisce che il farmaco sia attivo anche contro le malattie croniche intestinali, dal momento che esiste una netta correlazione tra queste ultime e altre patologie infiammatorie, come la spondiloartrite.
Interviene, a tal proposito, Alessandro Armuzzi, professore ordinario di Gastroenterologia Humanitas University e responsabile Centro IBD Istituto Clinico Humanitas di Rozzano di Milano: «per capire le correlazioni esistenti tra le artriti e le malattie infiammatorie croniche intestinali basterebbe dire che almeno fino al 30% dei pazienti con colite ulcerosa può avere associate manifestazioni extraintestinali come le spondiloartriti in quanto vi è un network di molecole proinfiammatorie che accomuna le artriti alle malattie infiammatorie croniche intestinali.
Il dato si spiega con la presenza di un substrato di predisposizione genetica e di alterazioni del microbiota intestinale comuni, che predispongono una certa percentuale dei pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali a poter sviluppare anche artrite. Inibendo la cascata infiammatoria, tofacitinib può agire su entrambe le patologie».
Importante, proprio per il coinvolgimento del microbiota intestinale, seguire anche una dieta appropriata, povera in prodotti preconfezionati e molto lavorati in favore di cibi semplici e cucinati.