Promuovere la ricerca sulle dinamiche molecolari e cellulari alla base della medicina di precisione, accrescere il know-how tecnologico necessario per progettare e fornire prodotti medicinali a base di RNA e di terapia genica, identificare e sviluppare promettenti farmaci che possano agire su qualsiasi classe di proteine con una precisione senza precedenti, facilitare l’accesso a terapie innovative, rese disponibili per tutti, fare una ricerca sostenibile.
Target che impegnano oltre 1.000 scienziati, 500 ricercatori e dottorandi, 32 atenei e istituti di ricerca, 14 aziende private.
Sono la squadra, le finalità e gli obiettivi del Centro nazionale di ricerca “Sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia RNA”, con quartier generale a Padova, finanziato con oltre 320 milioni di euro dal programma NextGeneration EU (PNRR Missione 4 – Istruzione e Ricerca) sulla base di una proposta progettuale presentata dalla stessa università patavina.
Sorto in tempi rapidi, circa un paio di mesi dalla pubblicazione del bando, con la selezione e la messa a punto di una rete di ricercatori, scienziati di valore e dalle idee innovative, il Centro è attivo sul territorio dal 2022 per rispondere alla sfida di sviluppare progetti e favorire l’avanzamento scientifico prevalentemente nell’ambito della terapia genica e RNA.
La risposta della ricerca italiana, di eccellenza e competitiva nel panorama nazionale e internazionale, alla medicina personalizzata, la medicina del futuro, indirizzata a patologie di larga diffusione, di difficile trattamento, rare e orfane di terapia.
La squadra
Al lavoro 10 Spoke, tutti facenti capo all’omonima Fondazione del Centro, di cui 5 verticali dedicati alla ricerca (malattie genetiche, cancro, malattie neurodegenerative, metaboliche e cardiovascolari, malattie infiammatorie e infettive) e 5 orizzontali per lo sviluppo tecnologico (farmaci RNA, Biocomputing, piattaforme di veicolazione di RNA/DNA, farmacologia: sicurezza e normativa, sviluppo preclinico, produzione GMP (Good Manufacturing Practice) e sperimentazioni cliniche di GTMP (Gene Therapy medicinal products).
Ambiti e attività che coinvolgono istituti e figure leader dal Nord a Sud del Paese, da Roma a Modena e Reggio Emilia, da Padova a Milano, da Siena a Bari e Napoli: la ricerca non ha frontiere ed è al servizio e beneficio di tutti.
“Il programma del Centro”, dichiara Rosario Rizzuto, che ne è il presidente nonché professore ordinario di Patologia Generale, direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova, “è ambizioso: intende segnare una rivoluzione nell’approccio della cura che parte dall’evoluzione conoscitiva e la trasforma in nuovi farmaci o protocolli di terapia genica.
Tra i nostri obiettivi vi è anche la creazione di un parco infrastrutturale e di un’area dedicata al trasferimento tecnologico. Piattaforme a grande utilizzo che permetteranno di costruire farmaci mirati, necessari a una medicina di precisione, che va a cercare e curare il difetto del singolo paziente.
Investire in tecnologie significa favorire lo sviluppo di una sanità efficiente e sostenibile, facendo del nostro Paese non un fissatore o utilizzatore di tecnologie, ma uno sviluppatore di nuovi strumenti tecnologici. Dobbiamo essere in grado di partecipare a questa rivoluzione tecnologica: una sfida che non possiamo perdere”.
Farmaci da RNA non-codificanti
In numero elevato, stimato fra 35.000 e 95.000, ben superiori a quelle codificanti, le molecole non-codificanti rappresentano uno strumento di alto valore e potenzialità terapeutiche in funzione della capacità di adattamento a ogni bersaglio molecolare, anche nei tessuti più difficili da raggiungere, il sistema nervoso ne è un esempio, seguendo le regole semplici dell’appaiamento di basi degli acidi nucleici, con un gioco assimilato ai mattoncini Lego, rendendo questa tecnologia estensibile a un gran numero di applicazioni.
Tra le principali le malattie neurodegenerative, come la malattia di Parkinson e il cui meccanismo di azione e paragonabile alla relazione Yin e Yang.
“Occorre arrivare a sfruttare la sinergia terapeutica degli RNA non-codificanti”, precisa Stefano Gustincich, direttore del Central RNA Lab dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e direttore del Centro per la Medicina Personalizzata Preventiva e Predittiva – CMP3VdA di Aosta, capofila del gruppo di lavoro che si occupa di malattie neurodegenerative, “capaci d’inibire l’espressione di geni malfunzionanti, riducendo per esempio la produzione di proteine tossiche, con l’azione di molecole di RNA, che invece stimolano l’espressione di geni per favorire la produzione di maggiore quantità di proteine protettive, o di agire sulla ristabilizzazione della corretta omeostasi cellulare.
In questo contesto le SINEUP, così definite le molecole di RNA non codificanti, possono rappresentare una nuova strategia terapeutica scalabile per alcune malattie rare ora incurabili, specificamente quelle dove vengono prodotte quantità insufficienti di proteina in quanto solo una delle coppie di geni presenti nelle nostre cellule sono correttamente funzionanti, secondo il fenomeno dell’aploinsufficienza”.
CAR-T
Applicate con successo nella cura di malattie onco-ematologiche, in particolare ad alcune forme di leucemie e linfomi della linea B cellulare e mieloma multiplo per le quali sono approvati e disponibili 7 differenti prodotti (6 per pazienti adulti e 1 per pazienti pediatrici), ma anche in malattie autoimmuni e ereditarie, patologie rare, sono oggi al vaglio sudi per trasferire l’efficacia terapeutica delle CAR-T anche ad altre malattie ematologiche maligne e a neoplasie solide, tra queste il tumore del polmone.
“Sono state avviate sperimentazioni cliniche per le leucemie linfoblastiche acute T e per le neoplasie del sistema nervoso centrale”, aggiunge Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, professore ordinario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, direttore del Dipartimento di Ematologia e Oncologia Pediatrica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, “per alcune malattie autoimmuni, quali il lupus eritematoso sistemico o per le malattie infiammatorie muscolari, sostenute dall’azione patogenetica di B linfociti autoreattivi.
Ambiti nei quali i primi dati clinici sono promettenti. In ambito di malattie ereditarie è in fase avanzata la messa a punto di terapie per le emoglobinopatie (talassemia e anemia a cellule falciformi), di rare patologie da accumulo lisosomiale o connotate da impatto avverso su prospettiva di sopravvivenza o qualità di vita dai bambini che ne sono affetti, per esempio l’osteopetrosi, una patologia che induce la produzione di osso ma non il suo riassorbimento determinando l’insorgenza di cecità/sordità, e un’alta letalità a causa del mancato sviluppo della cassa toracica”.
I mitocondri
Ben oltre il compito di fornire energia ai processi biologici: nuove informazioni stanno caratterizzando e ampliando il ruolo dei mitocondri, coinvolti per esempio nella relazione dei meccanismi di morte cellulare e infiammazione. Informazioni a benefico anche della progettazione di farmaci innovativi.
“Nuove ricerche”, conclude Rizzuto, “ci hanno insegnato che l’aumento dello ione calcio nei mitocondri costituisce un forte stimolo infiammatorio. Quindi lo stesso canale che trasporta il calcio può rappresentare un bersaglio nuovo, inaspettato ed efficace per i farmaci RNA, indirizzati al trattamento di molteplici patologie su base infiammatoria, quali colite ulcerosa, celiachia, morbo di Crohn, asma bronchiale, broncopneumopatia cronica ostruttiva e fibrosi polmonare, artriti di diversa eziologia, arteriosclerosi”.
Ulteriori obiettivi
L’impegno del Centro sarà anche rivolto a potenziare la partecipazione privata, anche in termini di investimenti, o la collaborazione pubblico-privato per favorire lo sviluppo del capitale di conoscenza e interrelazioni create negli anni. Non ultimo, valorizzare il talento dei giovani ricercatori, che partecipano al progetto, vanto del sistema accademico italiano.