SIFO al congresso EAHP: sicurezza, autovalutazione e paziente esperto

Il 27° congresso EAHP svoltosi a Lisbona nei giorni scorsi ha visto la presenza di numerosi esponenti della SIFO. Insieme al vicepresidente Alessandro D’Arpino, c’erano Emanuela Omodeo Salè, Paolo Serra e Ugo Trama (componenti del Direttivo), Gerardo Miceli Sopo (presidente del Congresso SIFO 2023), Anna Marra e Mauro Mancini (presidenti del Comitato del congresso SIFO 2022) e Francesco Cattel (già segretario nazionale SIFO).
Un ruolo particolare ha avuto Piera Polidori, che fa parte del board di EAHP e che in questa edizione ha partecipato ai lavori di produzione di documenti e statement della società scientifica.

Tra i soci SIFO con ruolo attivo a Lisbona, c’erano Chiara Lamesta (coordinatrice dell’Area giovani di SIFO), che fa parte del Gruppo di interesse speciale (SIG) per l’indagine sugli errori terapeutici nelle unità di Terapia Intensiva e che ha presentato una ricerca particolarmente rilevante.

«Il lavoro del nostro Special Interest Group», ha riferito Lamesta, «aveva l’obiettivo di ricercare e analizzare le cause che inducono errori terapeutici nelle Unità Operative di Terapia Intensiva sia adulta che pediatrica.
Attraverso il lavoro svolto negli ultimi due anni, il SIG ha elaborato e presentato a Lisbona alcune raccomandazioni per migliorare la sicurezza della gestione delle terapie farmacologiche, cosi da poter contribuire a migliorare la sicurezza dei pazienti e ridurre gli errori terapeutici in tutta Europa.
Il rischio riguarda potenzialmente tutto il processo di gestione del farmaco in ospedale: approvvigionamento, immagazzinamento, conservazione, prescrizione, preparazione, distribuzione, somministrazione e monitoraggio.
A seconda della gravità possono causare danni al paziente, prolungamento delle degenze ospedaliere, ricoveri ricorrenti o addirittura morte.
Nello specifico il SIG aveva il compito di determinare la prevalenza degli errori terapeutici, indagare sui potenziali fattori che contribuiscono agli errori identificare le strategie di prevenzione nelle unità di terapia intensiva, diffondere la cultura della sicurezza del paziente e la gestione sicura dei farmaci all’interno delle unità operative».

Per identificare le strategie di prevenzione degli errori terapeutici nelle unità di terapia intensiva in tutta Europa, il SIG ha condotto un sondaggio in Italia attraverso newsletter e canali social della SIFO. Hanno partecipato 587 professionisti sanitari (medici, infermieri e farmacisti) di diverse nazionalità, di cui 30 italiani.

«Dallo studio condotto valutando anche le risposte della survey, sono state formulate 32 raccomandazioni suddivise in otto categorie», ha proseguito Lamesta. «Gli ambiti sui quali abbiamo offerto raccomandazioni sono organizzazione e sicurezza dell’ambiente di lavoro ad esempio, tecnologie, farmacia clinica, istruzione e formazione, gestione dei farmaci per via endovenosa, farmaci ad alto rischio, anamnesi medica e riconciliazione accesso a farmaci e risorse».

Tra le formulazioni del Gruppo ecco, quindi, la raccomandazione di “sostituire le prescrizioni cartacee con sistemi di prescrizione informatizzata e con l’implementare dei farmaci con codice a barre per ridurre gli errori di somministrazione dei farmaci e supportare la documentazione clinica” e “ridurre al minimo la preparazione “accanto al letto” di farmaci per via endovenosa e sostituirli con farmaci “pronti per la somministrazione” o “pronti per l’uso” procurati e preparati a livello centrale, ove possibile”.

Sempre nell’ambito della sicurezza si è collocato, nell’ambito dei poster, il lavoro presentato da Ela Murrja, che ha illustrato il progetto della Farmacia dell’Ospedale di Perugia Self assessment sull’applicazione delle raccomandazioni per la prevenzione delle infezioni nel processo perioperatorio: gestione del rischio infettivo in ambito chirurgico, progetto selezionato nel congresso SIFO 2022.

Ela Murrja e Alessandro D’Arpino

«L’assessment condotto ha permesso di identificare le aree di intervento prioritarie in merito all’osservanza delle raccomandazioni atte a prevenire le infezioni perioperatorie», commenta Murrja. «Fondamentale è perseguire l’obiettivo di prevenzione delle infezioni chirurgiche all’interno delle strutture ospedaliere, poiché ciò ha un impatto importante sul contenimento delle resistenze batteriche.
In futuro, si andrà ad implementare un piano di intervento all’interno di programmi di Antimicrobial Stewardship, al fine di ridurre il tasso delle infezioni. Sicuramente abbiamo rilevato l’importanza di cultura di autovalutazione come percorso importante per garantire la sicurezza del paziente e al contempo migliorare la qualità delle cure».

Tra gli interventi italiani a Lisbona da segnalare anche quello di Erminia Caccese, farmacista ospedaliera attiva in Estar Toscana che ha presentato l’innovativo progetto della Regione Toscana di coinvolgimento, previa formazione specifica, dei “pazienti esperti” all’interno dei technical board che devono mettere a punto i tender per medical device a bassa complessità.
Un approccio che è risultato innovativo anche sul piano europeo e che ora attende un suo radicamento e una sua ampia diffusione, proprio per «assicurare un coinvolgimento della voce e del vissuto del paziente all’interno dei meccanismi decisionali».