Pouchite, a Oxford individuata possibile cura

In Italia la colite ulcerosa ha un’incidenza di 6-8 nuovi casi l’anno ogni 100.000 abitanti, con una netta prevalenza nei soggetti di età inferiore ai 30 anni. I pazienti affetti da questa patologia infiammatoria, che colpisce soprattutto il retto ma può estendersi a parte o tutto il colon, devono seguire una terapia antinfiammatoria e immunomodulante per tutta la vita, per cercare di ridurre al massimo gli eventi acuti. Questa patologia si caratterizza, infatti, per alternare periodi con sintomatologia ad altri di remissione quasi totale: il paziente potrebbe quindi pensare di sospendere le terapie quando sta bene, ma così facendo rischia solo di anticipare l’evento acuto successivo e di far progredire la patologia.

Tuttavia, in alcuni casi la terapia medica non è efficace, richiedendo l’intervento del chirurgo: si effettua allora una procto-colectomia totale. In molti casi la parte di intestino asportata viene sostituita utilizzando l’intestino tenue, attraverso una sutura complessa fra un neo-retto (pouch) costruito con l’ileo (intestino tenue) e il canale anale, (anastomosi ileo-anale su pouch).

Purtroppo, dopo questo intervento un numero considerevole di pazienti sviluppa un’altra forma infiammatoria intestinale, la pouchite: si parla di un 15% di rischio entro un anno dall’intervento, percentuale che sale al 33% entro 5 anni e al 45% entro 10 anni. Sembra che i soggetti più a rischio siano quelli affetti da sintomi extraintestinali associati alla colite ulcerosa. La pouchite si presenta con bisogno impellente di defecare e diarrea, accompagnata da muco e sangue.
Inoltre, può essere acuta e rispondere bene alle terapie antibiotiche, oppure divenire cronica o recidivante e necessitare di terapie continuative. In alcuni casi l’unica soluzione è rimuovere la tasca intestinale.

Un team di ricerca internazionale ha proposto l’uso dell’anticorpo monoclonale vedolizumab, già utilizzato per il trattamento della colite ulcerosa. Pubblicato su “The New England Journal of Medicine”, questo studio clinico di fase 4, randomizzato in doppio cieco, ha coinvolto 102 pazienti provenienti da vari centri internazionali, dividendoli in due gruppi: uno ha ricevuto 300 mg intravenosi di vedolizumab, mentre l’altro un placebo. In entrambi i casi, le somministrazioni sono avvenute al giorno 1 e poi alle settimane 2,6,14, 22 e 30. Tutti i pazienti hanno inoltre assunto ciprofloxacina per le prime quattro settimane.

Il trattamento con l’anticorpo monoclonale si è dimostrato efficace nel favorire la remissione dei sintomi alla settimana 14, valutata con l’indice Pouchitis Disease Activity Index (mPDAI), e alla settimana 34, stabilita con l’uso del mPDAI-defined remission. Più nel dettaglio, alla quattordicesima settimana di studio la remissione era avvenuta nel 31% dei partecipanti al gruppo di studio contro il 10% di quelli del gruppo placebo. Alla settimana 34 la differenza percentuale tra i due gruppi è stata di 17 punti. Per quanto riguarda la sicurezza, non si sono individuate differenze significative tra i due gruppi. I risultati sono quindi interessanti. Al momento il vedolizumab è il solo farmaco disponibile per le pouchiti che non rispondono agli antibiotici.

Il professor Simon Trevis, professore di Gastroenterologia Clinica al Kennedy Institute dell’Università di Oxford, e parte dell’Unità di Gastroenterologia Translazionale del John Radcliffe Hospital, spiega: «è una condizione terribile, per i pazienti che sono stati operati per colite ulcerosa grave, cadere nella pouchite, perché loro speravano che l’intervento avrebbe risolto i loro problemi intestinali. Il trial EARNEST su vedolizumab è incoraggiante, perché è evidente che questo trattamento funziona. Abbiamo infatti dimostrato che questo farmaco migliora la guarigione della mucosa intestinale nei pazienti con pouchite».
L’Università di Oxford è quella che ha probabilmente raccolto più pazienti. Al gruppo di studio EARNEST partecipano anche strutture italiane, in particolare l’Unità di Gastroenterologia ed Endoscopia Gastrointestinale dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e l’Unità di Malattia Infiammatoria Intestinale dell’Irccs Azienda Ospedaliera-Universitaria di Bologna.

(Lo studio: Travis S, Silverberg MS, Danese S, Gionchetti P, Löwenberg M, Jairath V, Feagan BG, Bressler B, Ferrante M, Hart A, Lindner D, Escher A, Jones S, Shen B; EARNEST Study Group. Vedolizumab for the Treatment of Chronic Pouchitis. N Engl J Med. 2023 Mar 30;388(13):1191-1200. doi: 10.1056/NEJMoa2208450. PMID: 36988594)