Sono stati presentati ad ASCO ed EHA 2024, nuovi dati da studi clinici real world sui tumori solidi, in particolare per il tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) con specifiche mutazioni. Se ne è parlato in occasione della quinta edizione de “Una storia di innovazione in oncoematologia. Le grandi novità dei congressi internazionali”, tenutasi a Milano.
I nuovi approcci
Anticorpi monoclonali di ultima generazione. È questa una delle opportunità terapeutiche più interessanti e promettenti nell’approccio di NSCLC con mutazioni dell’EGFR.
A comprovare la sua efficacia è soprattutto amivantamab, anticorpo bispecifico completamente umano, first-in-class, per il riconoscimento dei recettori mutati del fattore di crescita dell’epidermide (EGFR) e della transizione mesenchima-epidermide (MET), come attestano i risultati di PALOMA III.
Questo studio di fase 3, ha valuto comparare l’efficacia e la farmacocinetica della formulazione sottocutanea (SC) di amivantamab in combinazione con lazertinib rispetto alla combinazione somministrata per via endovenosa (IV) in pazienti con NSCLC avanzato o metastatico con delezione dell’esone 19 del recettore dell’EGFR o mutazioni L858R, dopo progressione con osimertinib e chemioterapia.
I dati hanno mostrato che la formulazione sottocutanea è associata a un tempo di somministrazione significativamente più breve rispetto alla formulazione endovenosa, circa 5 minuti contro 5 ore, diminuendo di cinque volte le reazioni correlate all’infusione, con una farmacocinetica e un’efficacia comparabili alla somministrazione endovenosa attuale.
A un follow-up mediano di sette mesi, la terapia con amivantamab SC vi sarebbe evidenza di maggiore durata della risposta (DOR) e della sopravvivenza libera da progressione (PFS) (1). I risultati ottenuto dallo studio PALOMA III, hanno invitato a presentare a EMA la richiesta di estensione di indicazione per amivantamab SC in combinazione con lazertinib per il trattamento di prima linea di pazienti adulti con NSCLC avanzato con delezione dell’esone 19 dell’EGFR o mutazioni L858R, e come monoterapia in pazienti adulti con NSCLC avanzato con mutazioni attivanti dell’esone 20 dell’inserzione dell’EGFR dopo il fallimento della terapia a base di platino.
Di grande interesse sono anche le evidenze dello studio MARIPOSA con dati di efficacia dalla combinazione di amivantamab e lazertinib, indipendentemente dalle caratteristiche biologiche o cliniche dei pazienti, inclusi quelli ad alto rischio di progressione.
«A oggi erano disponibili poche opzioni di trattamento, sia numero che per efficacia, per tumori NSCLC e mutazioni dell’EGFR», ha dichiarato Filippo de Marinis, direttore della Divisione di Oncologia Toracica, presso IEO di Milano e presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Toracica.
I dati sull’analisi primaria dello studio PALOMA III e sull’analisi secondaria dello studio MARIPOSA aprono a nuove opportunità nel trattamento di prima linea di questa patologia, con un approccio chemio-free a favore di un sensibile miglioramento dello standard di cura e della qualità di vita dei pazienti».
A commento dei dati
I carcinomi del polmone si dividono in vari tipi, l’adenomarcinoma, il più importante nel 15% dei casi origina da un gene alterato, l’EGFR.
«Dal 2010 a oggi abbiamo utilizzato tre generazioni di inibitori, tutti per via orale, ad uso quotidiano, in terapia domiciliare e per un periodo indefinito, ottenendo effetti di contenimenti/controllo della malattia per un massimo di 16-18 mesi. Risultati che, tuttavia, sono stati interrotti nel beneficio temporale dall’insorgenza di fenomeni di resistenza. Ciò significa che il farmaco può funzionare ad interim, ma che il tumore cambia. Obiettivo è dunque capire come cambia, perché cambia e identificare i farmaci in grado di agire sui meccanismi che il tumore ha messo in atto per contrastare la risposta al trattamento iniziale, portando allo sviluppo di varie strategie su cui si sta ancora lavorando a livello internazionale».
Tra le possibili molecole amivantamab, anticorpo monoclonale bispecifico che va a bloccare sia il gene dell’EGFR e il gene MET che più frequentemente è coinvolto in processi di resistenza a farmaci inibitori di EGFR (osimertinib).
«Amivantamab è stato testato in combinazione con lazertinib, anch’esso un inibitore di EGFR, in prima linea nello studio MARIPOSA, in combinazione con chemioterapia in II linea nello studio MARIPOSA II e insieme a lazertinibnello studio di fase III PALOMA III. Dall’analisi dei tre studi, amivantamab mostra una superiorità rispetto al braccio standard con cui di confrontava. In particolare, in III linea, si è valutata la combinazione di amivantamab sottocute verso amivantamab intravenoso, in quanto quest’ultima formulazione è associata a tossicità rappresentata da ipersensibilità o eventi tromboembolici importanti.
Lo studio PLOMA III presentato all’ASCO pur dimostrando i vantaggi delle due somministrazioni, attesta nella formulazione sottocute tossicità ridotte che fanno ben sperare nel trasporto di questi dati anche alla prima linea come nuovo standard che supera i risultati del solo lazertinib verso cui si è confrontato con sensibili vantaggio, come anticipato, in termine di durata di somministrazione (5 minuti vs 5 ore) e risparmio degli effetti collaterali. In conclusione, a oggi amivantamab è rimborsato dal SSN nella mutazione più rara, ovvero l’inserzione dell’esone 20 dell’EGFR, e su cui ci sono studi in prima linea.
Per le mutazioni più comuni e incidenti di EGFR si sta lavorando all’analisi di questi dati per ricevere approvazione da parte di tutto il regolatorio, dapprima europeo e poi italiano. L’auspicio è che il percorso sia quanto più breve possibile al fine di poter cambiare lo standard terapeutico attuale».
IEO, con la Divisione di Oncologia Toracica, partecipato a studi innovativi che stanno cambiando lo scenario della terapia biologica nei tumori oncogene-addicted, cioè sostenuti da una alterazione genica; nello specifico MARIPOSA I, con un lavoro in attesa di pubblicazione sul New England, MARIPOSA II, con uno studio su Annals of Oncology e MARIPOSA III.
Bibliografia
1) Leighl N, et al. Subcutaneous Amivantamab Plus Lazertinib Vs Intravenous Amivantamab Plus Lazertinib In EGFR-mutated, Advanced Non-small Cell Lung Cancer (NSCLC): PALOMA-3, A Phase 3, Global, Randomized, Controlled Trial. 2024 American Society of Clinical Oncology Annual Meeting. May 31, 2024