Nel mondo circa una persona ogni tremila nasce con la neurofibromatosi plessiforme di tipo 1, malattia rara caratterizzata da estese mutazioni nel gene NF1,(4-7) che causano una iperattivazione del pathway RAS/RAF/MEK/ERK con conseguente proliferazione e sopravvivenza anomala delle cellule.

I soggetti colpiti da questa malattia presentano macchie color caffellatte a livello della cute, lentiggini e tendono a sviluppare fibromi cutanei e sottocutanei che, con gli anni, possono localizzarsi in sedi differenti.

Circa il 50% dei pazienti affetti da questa patologia sviluppano anche tumori della guaina dei nervi, i neurofibromi plessiformi: sebbene restino per lo più di natura benigna, la loro crescita può causare malformazioni a carico del corpo, dolore, deficit motori e ostruzione delle vie aeree. Selumetinib agisce proprio su questi neurofibromi. Oggi il farmaco è rimborsabile per i pazienti di età uguale o superiore ai 3 anni.

Lo studio SPRINT Stratum 1

L’approvazione di Selumetinib si basa sui risultati dello studio di fase II SPRINT, supportato dal Programma di Valutazione della Terapia del Cancro (CTEP) del National Cancer Institute (NCI).

Lo studio ha visto la partecipazione di 50 pazienti con neurofibromi plessiformi non rimovibili chirurgicamente, sottoposti a terapia con l’inibitore degli enzimi MEK1 e MEK2, iperattivi nei pazienti con neurofibromatosi di tipo 1 e responsabili della crescita dei fibromi, appunto. Il protocollo terapeutico prevede la somministrazione di 2 dosi di farmaco orale al giorno da 25 mg/m2 per 28 giorni consecutivi e ha portato a un tasso di risposta obiettiva del 66%: questi soggetti hanno ottenuto almeno una riduzione del 20% della massa tumorale. In molti casi i risultati raggiunti sono durati più di un anno.

La dottoressa Antonella Cacchione, Area Clinica di Oncoematologia, Terapia Cellulare, Terapie Geniche e Trapianto Emopoietico, IRCCS Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, sottolinea: «Selumetinib mostra anche miglioramenti in termini di forza muscolare e di mobilità articolare e, più in generale, sui sintomi correlati al tumore. La nostra esperienza nella pratica clinica conferma questi dati e riteniamo che anche la riduzione del tempo di ospedalizzazione derivante dall’utilizzo di questa terapia sia un parametro importante da considerare». Ciò significa un miglioramento della qualità di vita.

Lo studio (Selumetinib in Children with Inoperable Plexiform Neurofibromas) è pubblicato su The New England Journal of Medicine. Il farmaco al momento è approvato in Stati Uniti, UE, Giappone e Cina ed è designato come farmaco orfano in Stati Uniti, UE, Russia, Svizzera, Corea del Sud, Taiwan, Giappone e Australia.