Multi-farmacologia, dalla SIMI il progetto REPOSI

Nel 2008 la Società Italiana di Medicina Interna ha avviato lo studio REPOSI, tuttora attivo, in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Irccs e la Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.

REPOSI (Registro Politerapie della Società Italiana di Medicina Interna) prevede di reclutare, monitorare e studiare i pazienti anziani ospedalizzati per valutare anche gli effetti della politerapia. Negli anni sono stati raccolti dati relativi a quasi 9 mila pazienti in più di 100 reparti internistici e geriatrici, affetti nella maggior parte dei casi da 5 o più patologie croniche.
I dati ci dicono, inoltre, che nel 65% dei casi questi anziani, di età media 80 anni, assumono più di 5 farmaci al giorno, cadendo nella categoria di soggetti in politerapia, appunto.

Le analisi di questi dati hanno permesso l’elaborazione di oltre 70 studi scientifici, pubblicati su riviste internazionali peer reviwed, supportando una migliore appropriatezza descrittiva e fornendo indicazioni degli effetti real-life della poli-farmacologia in vari ambiti clinici, tra i quali diabete, scompenso cardiaco, BPCO, fibrillazione atriale, malattie infettive.

Le informazioni fornite da REPOSI sono alla base del report che AIFA elabora ogni anno rispetto all’uso dei farmaci nella popolazione anziana.
REPOSI è sostenuto dal Centro di Ricerca Indipendente della Società Italiana di Medicina Interna (CRIS), la cui mission statutaria è l’organizzazione di indagini epidemiologiche, survey, studi osservazionali o di intervento nell’ambito della medicina interna.

Il prof. Antonello Pietrangelo, direttore del CRIS, past president SIMI e ordinario di Medicina Interna, Università di Modena e Reggio Emilia, spiega: «tra le finalità del Centro, oltre all’aggiornamento scientifico e professionale, vi è quello etico e formativo di una ricerca di rilevante impatto conoscitivo, condotta con grande rigore metodologico».

SIMI è da tempo impegnata nel sostenere il movimento “less is more”, che promuove la riduzione al minimo indispensabile delle terapie farmacologiche nell’anziano.

Grazie al CRIS sono all’attivo anche altri studi, incentrati su aspetti più clinici che farmacologici ma che potrebbero comunque avere risvolti interessanti per il farmacista ospedaliero.
In primis il «SIMI-NUTRO, che valuta, in un contesto multidimensionale, la prevalenza della malnutrizione e l’impatto sulla degenza e sugli outcome intraospedalieri, e il SIMID, che studia prevalenza e conseguenze clinico-prognostiche della carenza di ferro nei pazienti ricoverati per insufficienza cardiaca e BPCO, due patologie molto prevalenti e invalidanti nei pazienti fragili ospedalizzati».

Inoltre, in epoca Covid, la SIMI è stata anche protagonista dello studio SIMI-Covid che ha valutato i fattori di rischio che rendono la prognosi più grave nei pazienti fragili, consentendo di stratificare la popolazione in arrivo in ospedale e selezionare le terapie farmacologiche più adeguate ai singoli casi.
Lo studio si è concentrato su fattori pre-ricovero, al momento dell’ingresso in ospedale o durante il ricovero, coinvolgendo oltre 3 mila pazienti fragili ricoverati in Medicina Interna.

Stefania Somaré