Molnupiravir nel Covid-19, dati real world confermano efficacia e sicurezza

Lo studio real world Panoramic ha confermato l’importanza del molnupiravir nel migliorare il decorso di malattia da Covid-19 nella popolazione vaccinata. Lo studio Clalit ha altresì evidenziato la riduzione delle ospedalizzazioni e della mortalità nella popolazione più anziana e più esposta al rischio di malattia grave.
La terapia antivirale orale con molnupiravir nelle ultime settimane ha sperimentato un incremento prescrittivo dell’80%.

Molnupiravir (MK-4482/EIDD-2801) è un farmaco antivirale orale analogo ribonucleosidico che inibisce la replicazione di Sars-CoV-2, l’agente causale di Covid-19. Molnupiravir ha dimostrato di essere attivo in diversi modelli preclinici di Sars-CoV-2, inclusi profilassi e trattamento.
Inoltre, i dati preclinici e clinici hanno dimostrato che molnupiravir è attivo nei confronti della maggior parte delle più comuni varianti del Covid-19.
I dati preclinici suggeriscono inoltre una sua elevata barriera allo sviluppo di resistenze. Sviluppato da MSD, l’antivirale orale dal gennaio 2022 è stato utilizzato in Italia nel trattamento di oltre 46mila soggetti.
Gli ultimi studi real world su molnupiravir – Panoramic e Clalit – hanno prodotto risultati che confermato il valore dell’antivirale orale.

Lo studio Panoramic

Lo studio Panoramic, condotto nel Regno Unito e sponsorizzato dall’Università di Oxford, ha arruolato 25.783 pazienti randomizzati a un trattamento in aperto con molnupiravir in aggiunta alla terapia standard (n=12.821) o alla sola terapia standard (n=12.962); l’età media dei partecipanti era di 56,6 anni. I dati dell’outcome primario sono disponibili per 25 mila pazienti, pari al 97% del totale.

Quasi tutti i pazienti (>98%) risultavano vaccinati, con circa il 95% che aveva ricevuto tre o più dosi di un vaccino anti-Covid-19.

Nell’analisi preliminare, l’endpoint primario della riduzione di ospedalizzazioni/decessi entro 28 giorni dalla randomizzazione non è stato raggiunto; lo 0,8% dei pazienti sia nel gruppo molnupiravir (n=103/12.516) che in quello con terapia standard (n=96/12.484) è stato ospedalizzato o è deceduto nei primi 28 giorni.

Con riferimento agli obiettivi secondari, molnupiravir è risultato associato a un miglioramento di una serie di fattori clinici rispetto alla terapia standard. Il tempo mediano osservato per la prima risoluzione clinica riportata spontaneamente dal paziente, primo endpoint secondario, è risultato inferiore di 6 giorni nel gruppo molnupiravir e pari a 9 giorni a fronte dei 15 giorni nel gruppo con terapia standard.
In base a un aggiustamento dei dati per età e comorbidità pre-esistenti, è stato osservato un sostanziale miglioramento clinico stimato di 4 giorni del tempo alla prima risoluzione clinica nel gruppo molnupiravir.

I risultati dello studio Clalit

Lo studio Clalit è uno studio di coorte osservazionale, retrospettivo che ha valutato i dati raccolti dalle cartelle elettroniche dei soggetti iscritti a Clalit Health Services – CHS, organizzazione sanitaria che assicura circa il 65% della popolazione anziana in Israele.

Lo studio ha valutato l’efficacia real world di molnupiravir nella prevenzione degli esiti severi da Sars-Cov-2 in pazienti di età uguale o superiore a 40 anni ad alto rischio di progressione di malattia, positivi all’infezione con la variante Omicron e non elegibili alla terapia con ritonavir-nirmatrelvir a causa delle interazioni farmacologiche o di una funzionalità renale alterata.

Nello studio Clalit, molnupiravir è risultato associato a un tasso inferiore di ospedalizzazioni e mortalità da Covid-19 in pazienti di età pari o superiore a 65 anni, ma non nel gruppo composto da adulti più giovani.

Nei pazienti con età pari o superiore a 65 anni, (n=13.569), i ricoveri ospedalieri correlabili al Covid-19, l’endpoint primario, sono stati osservati nel numero di 18 in pazienti trattati con molnupiravir e in 513 in pazienti non trattati

L’endpoint secondario relativo al decesso da Covid-19 nello stesso gruppo di età è risultato pari a 4 su 845 pazienti trattati con molnupiravir e 137 su 12.724 pazienti non trattati; in pazienti con età compresa tra 40 e 64 anni (n=6.229), i ricoveri ospedalieri per Covid-19, endpoint primario dello studio, sono stati osservati in 8 pazienti trattati e 97 pazienti non trattati.
L’endpoint secondario relativo al decesso per Covid-19 nello stesso gruppo di età è stato osservato in 4 dei 224 pazienti trattati con molnupiravir e in 7 dei 6.075 pazienti non trattati. Tutti e 4 i decessi registrati nel gruppo trattato con molnupiravir sono avvenuti in pazienti di età compresa tra 60-64 anni.

Le evidenze di Panoramic e Clalit confermano il ruolo dell’antivirale orale nel trattamento di pazienti over 65 fragili, vaccinati o con malattia in atto per i quali l’utilizzo precoce del molnupiravir riduce in modo significativo l’ospedalizzazione e la morte, con impatti rilevanti sia sui singoli pazienti sia, più in generale, sui costi del servizio sanitario nazionale.

Elena D’Alessandri