Metodo semiautomatico per valutare la durata di una terapia antibiotica

Gestire e tracciare l’uso di antibiotici nella popolazione, gesto essenziale nel contesto delle antibiotico-resistenze, è molto semplice in ambito ospedaliero, meno quando si considera il territorio. Esistono poi delle situazioni intermedie, come le terapie prescritte durante il ricovero che devono però continuare anche a domicilio, dopo le dimissioni. Un aiuto potrebbe venire dai dati medici elettronici.

Di recente, uno studio retrospettivo condotto nei Paesi Bassi su dati dell’Amsterdam UMC, ospedale universitario con due sedi (UMC e Vumc), valuta l’efficacia dei dati medici elettronici per determinare in modo affidabile la durata dei trattamenti antibiotici prescritti in ospedale a pazienti in dimissione e, allo stesso tempo, il livello di aderenza terapeutica raggiunto.

Gli autori, in particolare, si sono concentrati su terapie antibiotiche empiriche prescritte a pazienti ricoverati per almeno 12-24 ore, escludendo quelli pediatrici e di Terapia Intensiva, unendo poi a queste anche le informazioni su terapie antibiotiche specifiche prescritte durante il ricovero e per il post-dimissioni: in questo modo si riesce a calcolare la durata totale del trattamento antibiotico per ogni paziente. Anche le terapie più lunghe di 21 giorni sono state escluse dallo studio.

In tutto, gli autori hanno rivalutato 3.466 terapie antibiotiche. 400 di queste sono state valutate manualmente da un farmacista ospedaliero: nel 96% dei casi, è stato possibile calcolare in modo accurato la lunghezza del trattamento (LOT). Il metodo è così semi-automatico, per il momento: un passaggio necessario per valutarlo a fondo.

Sono state trovate anche alcune mancanze, per lo più legate a un inserimento errato da parte del clinico nel sistema elettronico: solo il 50% di questi errori, però, incidono negativamente sul calcolo corretto della LOT.

Infine, si è potuto calcolare che in una percentuale variabile tra il 10 e il 50% dei casi, i trattamenti sono durati più di quanto previsto dalle linee guida, il che suggerisce che servano delle ottimizzazioni.

Un altro dato interessante riguarda i trattamenti iniziati in ospedale e proseguiti a casa: questi sono necessari circa nel 60% dei casi… da cui la necessità di tenerne conto per valutare la durata totale del trattamento antibiotico.

Dati i risultati, gli autori sottolineano che un sistema di sorveglianza basato su dati elettronici può essere efficace nel caso delle terapie antibiotiche, anche se per il momento non può essere totalmente automatizzato. È chiaro, dicono nella propria discussione, che vi siano degli errori nell’uso di questi sistemi, ma questi potrebbero diminuire con l’abitudine allo strumento e con una opportuna formazione atta a spiegare le ragioni profonde dell’introduzione di questi sistemi elettronici.

È semplice pensare che se un professionista comprende le ragioni di un cambiamento sia più pronto ad accoglierlo e farlo proprio: il substrato culturale è un fattore importante da considerare. D’altronde, proseguono gli autori, i sistemi informatici saranno sempre più parte della vita di un medico, ospedaliero e no, e quindi è necessario trovare modo di renderli massimamente efficienti.

Studi come questo sono utili sia per dimostrare l’applicabilità dei dati elettronici alle sfide della medicina moderna, sia per mettere in evidenza i fattori migliorabili.

(Lo studio: van den Broek AK, de la Court JR, Groot T, van Hest RM, Visser CE, Sigaloff KCE, Schade RP, Prins JM. Detecting inappropriate total duration of antimicrobial therapy using semi-automated surveillance. Antimicrob Resist Infect Control. 2022 Aug 29;11(1):110. doi: 10.1186/s13756-022-01147-2. PMID: 36038925; PMCID: PMC9426230)

Stefania Somaré