Da anni, gli esperti del settore sanitario lamentano una costante diminuzione di professionisti della salute, tra cui anche gli specialisti di diversi ambiti medici, con il rischio di incorrere in una vera e propria carenza di personale sanitario.
Un preoccupante risvolto è la difficoltà di prevenire e diagnosticare precocemente le patologie croniche non trasmissibili, che vedono così crescere la propria incidenza.
È proprio ciò che sta succedendo con la malattia renale cronica, la cui prevalenza, morbilità e mortalità continua ad aumentare, come sottolineato da Luca De Nicola, presidente della Società Italiana di Nefrologia e professore ordinario presso l’Università Vanvitelli di Napoli durante la Young Renal Week.
De Nicola ha aggiunto: «si tratta di una patologia endemica che si è trasformata in crisi, considerata la carenza di specialisti nefrologi che aumenta proporzionalmente al dilagare della malattia. Una crisi che può essere solo in parte affrontata attraverso momenti di formazione e confronto, e investendo nei giovani».
Se non diagnosticata per tempo e trattata adeguatamente, la malattia renale cronica peggiore fino a rendere necessaria la dialisi, trattamento che ha visto un aumento del 43% dei casi negli ultimi 30 anni.
Borse di specialità vacanti
Tra i problemi da affrontare c’è anche la carenza di nefrologi, l’attività è difficilmente spendibile nel settore privato. L’ultimo bando per la Scuola di Specializzazione in Nefrologia ha visto andare vacante il 61% delle assegnazioni, con una percentuale cresciuta di 3 punti rispetto al 2023.
Per quanto riguarda la modalità di intervento sullo sviluppo della malattia al fronte della mancanza di specialisti, De Nicola sottolinea: «identificare la malattia renale cronica in fase precoce è possibile investendo in programmi di prevenzione e screening, poiché si tratta di una patologia silenziosa e asintomatica fino agli stadi avanzati. Per farlo, bisogna agire in collaborazione con i medici di Medicina Generale e in partnership con le Istituzioni».
Proprio per questa ragione è nata una proposta di legge per avviare uno screening sulle popolazioni a maggior rischio di sviluppare la patologia.
Inoltre, occorre anche investire nella formazione dei giovani e offrire «corsi di aggiornamento che integrino conoscenze ed evidenze scientifiche pregresse con le novità e le potenziali innovazioni in tema di diagnosi e terapia. Soprattutto in questo momento, in cui la nefrologia è in costante evoluzione e la ricerca scientifica rivoluziona il trattamento della Malattia Renale Cronica», come sottolineato da Maura Ravera, segretario scientifico della Fondazione Italiana del Rene e coordinatore scientifico della Young Renal Week.
Fonte: da CS Società Italiana di Nefrologia