Il miglioramento nella gestione di patologie importanti, anche oncologiche, orientate sempre più alla cronicità, impone un cambiamento nella gestione dell’healthcare, in primis il ripensamento dei modelli organizzativi, in modo tale da rendere il sistema sostenibile.

È questo uno dei temi che è stato al centro dell’evento annuale “Shaping the future” di IQVIA (23 maggio 2023, Milano – Museo della Scienza e della Tecnica), dedicato al trade della farmacia e dei farmacisti, moderato da Paolo Sciacca, responsabile Divisione Progetti Speciali, Gruppo Editoriale Tecniche Nuove.

Il nuovo paradigma

Il mieloma multiplo e il tumore del seno, in follow-up a 5 anni sono ormai l’ordinario, rappresentando un caso emblematico. Ma come questi, altrettante patologie, internistiche, di medicina generale o specialistica, ma anche di ambito oncologico, stanno spostando il focus della gestione del paziente da strutture prevalentemente ospedaliere, in misura maggiore verso il territorio.

«I pazienti», spiega Luca Pinto, Senior Principal RWS, Cluster Leader Patients & Healthcare Solution IQVIA, «cominciano a diventare anche clienti retail, frequentatori della farmacia territoriale. Pertanto la gestione delle cronicità e la sostenibilità, da qui e per il prossimo futuro, saranno aspetti dominanti nelle decisioni cliniche e nelle politiche istituzionali, anche governative».

In questo nuovo scenario acquisteranno un ruolo sempre più rilevante l’HTA che, a seguito della riforma, è passata da strumento applicato in determinati contesti regolatori a un atto attivo nelle regioni e nei territori, secondo quanto definito e anticipato dalla ri-programmazione sanitaria prospettata dal Ministero della Salute. Ciò significa che se in passato fare HTA e cambiare il percorso terapeutico era una sorta di atto formale da depositare in AIFA, oggi i domini organizzativi di HTA andranno ad impattare sul territorio».

Ulteriore punto fondativo è il “cambiamento” nella legge di bilancio: «Nel panorama delle leggi emesse dopo la pandemia», prosegue Pinto, «la farmacia non svolgeva un ruolo fondativo né di investimento. Un gap importante rispetto ad una presenza territoriale diffusa, fuori dal contesto ospedaliero, e all’azione impattante condotta in pandemia: oggi, finalmente, con la Legge di Bilancio di dicembre 2023, si comincia a ragionare sul ruolo cruciale della farmacia come presidio sociosanitario. Oggi si osserva maggiore coerenza tra il contesto legislativo verso la farmacia e l’agito della farmacia».

La digitalizzazione della sanità

È la prima volta dopo il Progetto “Mattoni della Sanità” del 1996, in cui si ha un piano strutturato di digitalizzazione. «I progetti del PNRR», aggiunge ancora Pinto, «si basano su tre pilastri: la strutturazione del dato del paziente, la strutturazione del percorso del paziente in cui un ruolo chiave possono avere programmi e strumenti di telemedicina sviluppati ad esempio tramite gare Consip, la gestione delle cronicità; quindi, medicina di iniziativa o di opportunità, che possono essere sostenute e implementate da gare di Intelligenza Artificiale».

Queste ultime, attualmente ancora in stand-by, offrono invece una buona marginalità nella miglior gestione del paziente, compreso il paziente cronico e oncologico. Ma l’Italia rispetto alla tabella di marcia preventivata è ritardo su tutta la linea: di 6 mesi circa per la telemedicina, di 9 mesi per le gare Consip e con l’IA. Occorre sfruttare al meglio il tempo rimanente che separa dalla scadenza di dicembre 2026 per capitalizzare questi investimenti.

«Per raggiungere tali obiettivi», commenta Pinto, «occorre saper correre, occorre passare dal dire al fare, occorre capire e scegliere l’interlocutore giusto con cui fare partnership, includendo nelle progettualità del fare anche l’execution. Non ultimo, è necessario ottimizzare i processi, fare network con medici di base, specialisti e farmacisti, avere attenzione alla gestione dei dati. Bisogna cioè aiutare il sistema a bilanciare il bene e la tutela della privacy individuale con la tutela di un bene collettivo di innovazione e di accesso all’innovazione».

Il cambiamento

Obiettivo è portare la cura verso la creazione di una rete che avrà il suo luogo principale e privilegiato di attività nel retail, nella parte più territoriale che sarà caratterizzata da una maggiore frammentazione e dal proliferare di ruoli nuovi.

«L’estremizzazione di questo tentativo», dichiara Michela Lacangellera, Head of Consulting IQVIA, «sarà imbastire questa rete attorno al ciclo di cura del paziente. Il modello organizzativo del DM 77, per esempio, evidenza una ricchezza di presenze, Ospedali di Comunità, Case di Comunità, Distretti: tutti attori con cui anche l’azienda dovrà interfacciarsi.

In questa rete avranno un ruolo (im)portante il Medico di Medicina Generale, sempre più integrato in questi modelli, sebbene con un ruolo che potrà essere ibrido a seconda della realtà territoriale di riferimento, e il farmacista che ha e avrà un ruolo sempre più crescente, funzionale anche a compensare la scarsa reperibilità del medico di base, limitata dall’aumentata numerica dei pazienti da gestire, e dall’ufficializzazione nel percorso di cura che gli deriva dai nuovi decreti. Pertanto, non sarà più il singolo attore, ma l’intersezione delle varie figure e competenze a offrire una continuità di cura ai pazienti».