«Sono entusiasta d’intraprendere questa nuova avventura in Argenx Italia. In questi anni il processo di crescita ed espansione internazionale sta rapidamente trasformando l’azienda da una startup del biotech in una realtà multinazionale integrata con il potenziale di cambiare i paradigmi di cura delle malattie immunologiche. In questo quadro, il nostro Paese costituisce per Argenx una realtà strategica.
Ci concentreremo su una direzione chiara che punta sull’innovazione e sull’ampliamento della proposta di valore attraverso partnership strategiche con istituzioni, associazioni pazienti e società scientifiche per rendere accessibili ed effettivamente disponibili soluzioni all’avanguardia per i bisogni non ancora soddisfatti delle persone con gravi malattie autoimmuni».
Con queste parole Fabrizio Celia ha accolto il nuovo ruolo di general manager dell’azienda.
Chi è Fabrizio Celia?
Fabrizio Celia ha un’esperienza pluriventennale nel mondo pharma. Laureatosi a Milano in Biologia Molecolare, successivamente ha conseguito prima Master in Marketing & Management e un executive MBA studiando tra il Politecnico di Milano e l’Università di Economia di Pechino e poi uno in Public Policy presso la London School of Economics.
Nel suo percorso professionale Celia ha ricoperto ruoli di sempre maggiore responsabilità, lavorando in aziende come Sandoz, Novartis e Astrazeneca Oncology.
Da qui si è spostato nella startup italiana Advanced Accelerator Applications, parte del gruppo Novartis, iniziando come Therapeutic Business Unit Head per poi arrivare a RadioPharmaceutical Country Operation Head, con il compito di guidare le funzioni chiave di business nell’ambito dell’oncologia e delle terapie target radiorecettoriali.
Informazioni su Argenx
Argenx si occupa di sviluppo di prodotti a base di anticorpi umani per il trattamento delle malattie autoimmuni. Sul mercato da 15 anni, l’azienda è riuscita a passare da una realtà di sola ricerca pura a un’organizzazione integrata che ha già un trattamento approvato per la miastenia grave in diversi Paesi, Italia inclusa. Molte, invece, le molecole in fase di studio, indirizzate soprattutto a malattie autoimmuni rare.
L’azienda basa il proprio lavoro sul principio della co-creazione e per questo collabora con numerose realtà accademiche, e non solo. Importanti gli investimenti in Ricerca e Sviluppo che, nel 2023 sono stati 860 milioni di dollari.
La crescita è visibile anche nel comparto risorse umane che oggi coinvolte 1148 persone a livello globale, il 33% delle quali proprio in R&D; nel 2020 i dipendenti erano solo 300.