Integrare HTA e registri di monitoraggio per tutelare la salute

Registri di monitoraggio dei farmaci da un lato e Health Technology Assessment dall’altro. È per integrare la prima metodologia con il secondo strumento che l’Agenzia Italiana del Farmaco e la Società Italiana di Health Technology Assessment hanno avviato un apposito progetto, in virtù di un accordo sottoscritto a luglio 2021.

Una collaborazione finalizzata a organizzare i dati disponibili per rafforzare le evidenze scientifiche, diffondere l’informazione tra decisori e cittadini, monitorare la spesa a carico del Servizio Sanitario Nazionale, con l’obiettivo di concorrere al miglioramento continuo degli standard di cura e, quindi, alla tutela della salute.

Si comincia dalle malattie rare

La prima iniziativa nell’ambito del progetto, presentata durante il 14° congresso nazionale di Sihta, che si è svolto online dal 26 al 29 ottobre scorsi, ha riguardato i medicinali impiegati contro le malattie rare.

«La nostra ricerca era finalizzata a verificare la coerenza delle previsioni di spesa prima della commercializzazione, una volta ultimata la contrattazione con le aziende farmaceutiche, rispetto alla spesa effettivamente osservata negli anni successivi», spiega Pierluigi Russo, dirigente dell’Ufficio Registri di Monitoraggio dell’ente regolatorio.

In particolare, sono stati analizzati 52 farmaci, soprattutto antineoplastici e immunomodulatori, ammessi alla rimborsabilità tra il 2014 e il 2019.

Una quota (21%) aveva ottenuto il riconoscimento di innovatività da parte della Commissione tecnica scientifica dell’agenzia. In oltre la metà dei casi si trattava di medicinali sottoposti al registro di monitoraggio, uno strumento per controllare l’uso appropriato del medicinale.

Spesa farmaceutica inferiore alle attese

I risultati hanno anzitutto evidenziato che la spesa farmaceutica a carico del servizio pubblico nei primi tre anni di commercializzazione era in media inferiore dello 0,2% rispetto a quanto ipotizzato al termine della negoziazione.
Considerando poi la mediana del 50% dei medicinali, la spesa osservata era minore del 7,6% rispetto a quella attesa.

«Inoltre, sebbene ci sia una tendenza a un maggiore incremento della spesa nel caso dei farmaci innovativi rispetto a quelli non innovativi, le differenze non sono sembrate in realtà rilevanti», aggiunge Russo.

Migliorare i registri è necessario

«È importante rafforzare i registri di monitoraggio, un prezioso strumento di cui in Italia disponiamo, che non è presente, con la medesima infrastruttura e le stesse caratteristiche, in altri Paesi europei», prosegue il dirigente.

«Durante la pandemia abbiamo rilevato la necessità di una maggiore e più continuativa collaborazione delle Regioni e delle strutture sanitarie per migliorare la qualità e la tempestività di acquisizione dei dati. Tutto ciò è necessario, visto che le evidenze derivanti dai registri potranno consentire una migliore validazione dei processi e supportare le attività decisionali ai vari livelli del sistema».

Un progetto che continua

L’impegno congiunto dell’agenzia regolatoria e della società scientifica non si ferma a questa iniziativa.

«Partendo da quanto finora realizzato, vorremmo effettuare analisi anche per altri gruppi di farmaci», anticipa Francesco Saverio Mennini, professore di microeconomia e di economia sanitaria all’Università Tor Vergata di Roma, oltre che presidente di Sihta.
«Credo che questa collaborazione e i risultati emersi sottolineino che i registri collegati all’Hta costituiscono un’importante risorsa per una corretta ed efficiente programmazione sanitaria».

Paola Arosio