L’angioedema ereditario è una patologia rara, con prevalenza stimata in 1 caso ogni 100 mila persone, che determina la formazione di edemi bianchi, non pruriginosi, che permangono per 48-72 ore. L’età di esordio più comune è quella pediatrica e l’adolescenza. A seconda della localizzazione degli edemi, gli eventi sono più o meno gravi: se presenti a livello di laringe o di apparato intestinale, si può incorrere nella morte.

Al momento in Europa il trattamento degli eventi acuti avviene per via sottocutanea, con un antagonista dei recettori della bradichinina, oppure per via endovenosa con un concentrato C1-INH. Si può proporre a pazienti con episodi ripetuti e frequenti anche una profilassi con acido tranexamico o danazolo.

Negli ultimi anni è stato sviluppato un nuovo farmaco per la profilassi mensile: si tratta di un anticorpo monoclonale che ha come target il fattore XII attivato (FXIIa) prodotto dall’azienda CLS e chiamato Garadacimab. Già designato come farmaco orfano da Food and Drug Administration ed European Medicines Agency, il farmaco è al momento in fase di registrazione da parte della FDA, mentre in Europa l’EMA ha accettato la presentazione della domanda di autorizzazione all’immissione in commercio. Colpendo direttamente il FXIIa, questo anticorpo monoclonale promette di inibire la cascata chinina-callicreina che avvia gli attacchi acuti di HAE.

Lo studio alla base delle procedure in atto

Per poter accedere alle procedure attualmente in atto presso FDA ed EMA, la CLS ha dovuto fornire dati di efficacia e sicurezza, ottenuti con lo studio registrativo VANGUARD di fase 3, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco e a gruppi paralleli.

Pubblicato su The Lancet nell’aprile 2023, lo studio ha visto la partecipazione di ben sette Paesi, Canada, Germania, Ungheria, Israele, Giappone, Paesi Bassi e Stati Uniti. Coinvolti 65 pazienti over 12, con HAE di tipo 1 o 2, divisi in due diversi gruppi: quello di studio ha assunto il Garadacimab una volta al mese per 6 mesi, con prima dose di carica da 400 mg seguita da dosi da 200 mg autosomministrate per via sottocutanea; il gruppo di controllo ha assunto invece un placebo.

Lo studio ha dimostrato che l’uso del farmaco come profilassi mensile riduce di molto il numero di attacchi acuti rispetto al gruppo di controllo, con una riduzione stimata dell’89%. Per quanto riguarda la sicurezza, gli eventi avversi più comuni hanno interessato infezioni delle alte vie respiratorie, nasofaringiti e mal di testa. Non è stato osservato, come temuto, un aumento del rischio di sanguinamento o di eventi tromboembolitici. Dati questi risultati, l’azienda produttrice ha pensato di poter valutare l’anticorpo monoclonale una valida alternativa alle terapie di profilassi già esistenti.

Nel frattempo, viene portato avanti lo studio di estensione in aperto di VANGUARD, con l’intenzione di valutare efficacia a lungo termine e sicurezza della somministrazione di 200 mmg di Garadacimab al mese. 

Studio: Craig TJ, Reshef A, Li HH, Jacobs JS, Bernstein JA, Farkas H, Yang WH, Stroes ESG, Ohsawa I, Tachdjian R, Manning ME, Lumry WR, Saguer IM, Aygören-Pürsün E, Ritchie B, Sussman GL, Anderson J, Kawahata K, Suzuki Y, Staubach P, Treudler R, Feuersenger H, Glassman F, Jacobs I, Magerl M. Efficacy and safety of garadacimab, a factor XIIa inhibitor for hereditary angioedema prevention (VANGUARD): a global, multicentre, randomised, double-blind, placebo-controlled, phase 3 trial. Lancet. 2023 Apr 1.