Fibrosi cistica, estesa indicazione di ivacaftor-tezacaftor-elexacaftor a bambini tra 6 e 11 anni

Un traguardo importante per i circa 400 bambini italiani tra i 6 e gli 11 anni affetti da fibrosi cistica.
L’ente regolatorio del nostro Paese ha, infatti, approvato l’estensione di indicazione del farmaco Kaftrio (tripla combinazione dei principi attivi ivacaftor-tezacaftor-elexacaftor), in associazione con ivacaftor, per il trattamento dei pazienti in questa fascia di età che presentano almeno una mutazione F508del nel gene regolatore della conduttanza transmembrana della fibrosi cistica (Cftr).

È stato, in sostanza, ampliato l’accesso al medicinale, visto che nel marzo 2022 la stessa agenzia aveva già autorizzato l’impiego negli assistiti di età pari o superiore ai 12 anni.

Come agisce il farmaco

Per comprendere il funzionamento del farmaco è necessario fare un passo indietro, ricordando che la fibrosi cistica è una malattia genetica rara progressiva, che colpisce soprattutto i polmoni, ma anche fegato, pancreas, stomaco, intestino, ghiandole sudoripare, organi riproduttivi, alla cui origine ci sono alcune mutazioni (la più comune è la F508del) nel gene Cftr, che provocano l’assenza o il malfunzionamento dell’omonima proteina.
Ciò determina uno scarso flusso di cloruro di sodio e acqua all’interno e all’esterno delle cellule. Nei polmoni, per esempio, questo causa l’accumulo di muco denso e viscoso, con infezioni croniche e gravi danni, che possono anche condurre al decesso.

Ebbene, l’obiettivo di Kaftrio è proprio quello di aumentare la quantità e la funzionalità della proteina Cftr sulla superficie cellulare. In particolare, tezacaftor ed elexacaftor agiscono congiuntamente per incrementarne la numerosità, mentre ivacaftor, noto come potenziatore di Cftr, serve a migliorare la capacità di trasportare cloruro di sodio e acqua attraverso la membrana delle cellule. Tre molecole con un’azione combinata che aiuta a ridurre la densità del muco, contribuendo in tal modo a liberare le vie aeree e ad alleviare i sintomi della malattia.

Uno studio con risultati positivi

Il via libera dell’ente è supportato da uno studio di fase 3, in aperto, durato 24 settimane, che ha valutato la sicurezza e l’efficacia della tripla combinazione in 66 bambini che presentavano due mutazioni F508del o una mutazione F508del accompagnata da una mutazione con funzione minima.

I risultati hanno mostrato miglioramenti nella funzionalità polmonare e nei sintomi respiratori, oltre che nella concentrazione di cloruro nel sudore. Soddisfacente anche il profilo di sicurezza e tollerabilità: tra gli effetti indesiderati più comuni, cefalea, diarrea e infezioni delle vie respiratorie superiori.

Paola Arosio