Exa-cel, accolta domanda di immissione in commercio in Europa

Due malattie ereditarie del sangue che colpiscono i globuli rossi. Sono l’anemia falciforme e la beta-talassemia dipendente dalle trasfusioni.
La prima provoca forti dolori e danni agli organi, a cominciare dalla milza. La seconda si manifesta soprattutto attraverso anemia, che può causare negli adulti affaticamento e fiato corto e nei bambini difficoltà nella crescita, ittero, problemi di alimentazione, a cui si possono sommare altre complicanze, tra cui ingrossamento della milza, del fegato, del cuore e ossa deformate.

Per entrambe le patologie l’unica cura oggi disponibile è il trapianto di cellule staminali da donatore, un’opzione idonea solo per un numero limitato di pazienti e che può, comunque, comportare gravi rischi.

Tecnica di editing Crispr/Cas9

Per offrire agli assistiti affetti da queste malattie un’opzione terapeutica in più, l’ente regolatorio europeo ha accolto la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per exagamglogene autotemcel (exa-cel), una terapia genica sperimentale autologa, ex vivo, realizzata con la tecnica di editing Crispr/Cas9, una sorta di forbice molecolare che consente di effettuare modifiche precise e mirate al Dna.

L’obiettivo è modificare le cellule staminali ematopoietiche del paziente in modo che producano livelli elevati di emoglobina fetale (emoglobina F), una proteina che permette al feto di estrarre con maggiore efficacia l’ossigeno dal sangue materno e che, dopo la nascita, viene sostituita dalla forma adulta.
L’aumento di questo tipo di emoglobina può ridurre la necessità di trasfusioni nei pazienti con beta-talassemia e diminuire il dolore negli assistiti con anemia falciforme.

Due studi in corso

La presentazione della domanda autorizzativa è stata supportata da due studi globali di fase 3, Climb-111 e Climb-scd-121, volti a valutare gli effetti di una singola dose di exa-cel in persone affette da beta-talassemia o anemia falciforme di età compresa tra i 12 e i 35 anni. I primi risultati di queste sperimentazioni, ancora in corso, sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine a gennaio 2021.

Durante gli studi, i ricercatori hanno prelevato ai partecipanti il sangue periferico, dal quale hanno raccolto le cellule staminali ematopoietiche, per poi modificarle in laboratorio utilizzando la tecnica Crispr/Cas9.

Hanno, quindi, re-infuso nei pazienti le cellule modificate, ovvero exa-cel, tramite trapianto di cellule staminali, un processo che prevede un condizionamento mieloablativo con il farmaco busulfano.
Gli assistiti vengono costantemente monitorati: all’inizio per determinare quando le cellule modificate inizieranno a produrre cellule del sangue mature, un processo noto come attecchimento (engraftment), in seguito per osservare l’impatto del farmaco in termini di sicurezza ed efficacia.

Un farmaco orfano e prioritario

Il nuovo prodotto ha ottenuto la designazione di farmaco orfano dalla Commissione europea e di medicinale prioritario (Priority medicines designation, Prime) dall’agenzia regolatoria europea.
È stata, inoltre, presentata la domanda di licenza biologica (Biologics license application) all’ente statunitense, con l’obiettivo di finalizzare la richiesta entro la fine di marzo del 2023.