Una miscela di Limosilactobacillus reuteri LMG P-27481 e Lacticaseibacillus rhamnosus GG ATCC 53103 contrasta lo sviluppo della diarrea da antibiotici e, soprattutto, annulla le infezioni da Clostridioides difficile.

Tra un lustro si festeggerà un secolo di storia degli antibiotici, la cui scoperta ha permesso alla medicina di fare un notevole passo avanti e salvare molte vite.
Oggi sappiamo, però, che l’uso di queste sostanze porta con sé una serie di rischi, il più noto dei quali è lo sviluppo di ceppi resistenti o multiresistenti.

Un altro problema è legato allo squilibrio che gli antibiotici determinano a carico della flora batterica intestinale, la cui salute è invece fondamentale per un corretto funzionamento del sistema immunitario e non solo. Non è raro che a seguito di una terapia antibiotica il soggetto sviluppi disturbi intestinali, come la diarrea: ciò accade nel 5-35% della popolazione trattata, in particolare anziani e persone con comorbidità.

Nei fragili ospedalizzati, inoltre, la diarrea da antibiotici determina spesso un prolungamento del ricovero, aumantando nel contempo il rischio di contrarre infezioni da Clostridioides difficile.
Un recente studio del Policlinico Gemelli di Roma, condotto in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e con l’Ospedale San Carlo di Nancy, suggerisce che una giusta miscela di probiotici possa prevenire la diarrea da antibiotici. 

Lo studio

Pubblicato su Microorganisms, la ricerca coinvolge 113 pazienti ricoverati presso l’Ospedale San Carlo di Nancy con esigenza di seguire una terapia antibiotica. Nella maggioranza dei casi la terapia era incentrata su un solo antibiotico.

I più utilizzati sono stati: ceftriaxone (45% dei casi), la combinazione piperacillin/tazobactam (30%), metronidazole (17%) e meropenem (13%). La terapia antibiotica è durata in media 10 giorni. Il gruppo è stato così randomizzato: una parte è stata trattata solo con gli antibiotici, mentre l’altra ha ricevuto contemporaneamente anche 1,4 g di Reuterin GG® due volte al giorno.

Il prodotto utilizzato contiene Limosilactobacillus reuteri LMG P-27481 e Lacticaseibacillus rhamnosus GG ATCC 53103. Gli autori hanno poi valutato il tasso di sviluppo di diarrea e di infezione da C. difficile nei due gruppi. Le differenze esistono. Ben il 28% dei pazienti che hanno seguito la sola terapia antibiotica ha sviluppato diarrea, contro l’11% di quelli che hanno anche assunto il probiotico, mentre pensando al vomito le percentuali sono rispettivamente il 9% e il 2%.

L’infezione da C. difficile si è invece manifestata solo in alcuni pazienti del gruppo di controllo, ovvero l’11%, ma in nessun appartenente al gruppo di studio. In ogni caso, l’infezione è apparsa dopo almeno 7 giorni di terapia. Questi risultati si sommano ad altre esperienze già presenti in Letteratura, dalle quali si desume che per essere efficace la terapia con probiotici debba iniziare contestualmente con quella antibiotica e continuare per tutto il tempo dell’assunzione di antibiotici.

I vantaggi possibili

Se questi risultati venissero confermati da ulteriori studi non sarebbero solo i pazienti ad avvantaggiarsene, ma l’intero contesto sanitario… verrebbero infatti ridotti anche i costi associati a ospedalizzazioni prolungate e per le terapie del C. difficile. Ci sarebbero poi miglioramenti organizzativi: ricoveri più brevi significano anche maggior disponibilità per nuovi pazienti.

Studio: Saviano A, et al. The Efficacy of a Mix of Probiotics (Limosilactobacillus reuteri LMG P-27481 and Lacticaseibacillus rhamnosus GG ATCC 53103) in Preventing Antibiotic-Associated Diarrhea and Clostridium difficile Infection in Hospitalized Patients: Single-Center, Open-Label, Randomized Trial. Microorganisms 2024;12(1):198. DOI: 10.3390/microorganisms12010198