Nonostante i passi avanti compiuti dalla ricerca negli ultimi anni, è ancora un big killer. Il cancro ai polmoni, uno dei tumori più diffusi e con la prognosi peggiore, nel nostro Paese ha causato, nel 2021, quasi 34 mila decessi, di cui 23.400 uomini e 10 mila donne. Anche la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi resta limitata, attestandosi al 16% negli uomini e al 23% nelle donne.
Sulla scia di questi dati, Astrazeneca ha avviato a giugno Breathink, un progetto che coinvolge clinici, associazioni dei pazienti, università e startup, con l’obiettivo di supportare il percorso diagnostico e terapeutico degli assistiti.
Le tre fasi
L’iniziativa prevede tre fasi, supervisionate da un comitato scientifico.
La prima è focalizzata sull’ascolto dei protagonisti, per mappare e fotografare lo scenario di riferimento.
La seconda è mirata a identificare i bisogni e i benefici attesi attraverso workshop dedicati. In particolare, tre seminari sono stati organizzati uno nel Sud, l’altro nel Centro, l’altro ancora nel Nord Italia, coinvolgendo in totale 35 clinici esperti nella gestione della neoplasia, tra cui oncologi, chirurghi, radioterapisti, pneumologi, biologi molecolari e psico-oncologi.
Un ulteriore seminario ha coinvolto pazienti e caregiver delle associazioni Women against lung cancer in Europe (Walce) e Insieme per i pazienti di oncologia polmonare (Ipop).
La terza ha lo scopo di identificare, attraverso tavoli di lavoro multidisciplinari, soluzioni innovative, concrete ed efficaci, in grado di migliorare la pratica clinica e la vita dei malati.
A novembre evento finale
«Le associazioni dei pazienti ritengono importante partecipare a progetti come questo, che partono dall’ascolto delle necessità degli assistiti e di chi presta loro assistenza e che riuniscono i vari attori del sistema sanitario, per generare insieme soluzioni condivise», ha commentato Silvia Novello, presidente di Walce. L’iniziativa si concluderà a novembre con un evento in cui verranno presentati tutti i progetti.
Paola Arosio