L’infezione da Covid-19 con milioni di contagiati e morti in tutto il mondo rappresenta un’emergenza sanitaria. Diviene pertanto cruciale individuare i meccanismi patogenetici di questa malattia per poter allestire una strategia terapeutica efficace.
Gli studi finora condotti hanno fatto rilevare che l’infezione determina l’interessamento di molti organi e che la disfunzione endoteliale gioca un ruolo centrale nella sua patogenesi (1).
Questa osservazione spiega anche perché i soggetti anziani, i pazienti con diabete mellito e quelli affetti da ipertensione arteriosa, che hanno come comune denominatore un’alterata funzione endoteliale, abbiano una prognosi peggiore quando contraggono l’infezione da Covid-19.
D’altra parte è ben noto che l’endotelio è in grado di modulare l’aggregazione piastrinica e i processi coagulativi, contribuisce all’immunità innata riducendo l’infiammazione, oltre a regolare le resistenze vascolari e proteggere i tessuti dall’effetto nocivo dei radicali liberi dell’ossigeno mediante la produzione di sostanze antiossidanti.
Non sorprende, quindi, che la disfunzione endoteliale indotta dall’infezione virale comporti fenomeni tromboembolici a livello di organi vitali come il cervello, il cuore e, soprattutto, il polmone o patologie infiammatorie come la polmonite o la miocardite (2).
È anche importante rilevare che in base al Covid Symptom Study, che ha arruolato più di 4 milioni di persone guarite dall’infezione da Covid-19 negli Stati Uniti d’America, Regno Unito e Svezia, è stata definita una sindrome Covid-19 post-acuta, caratterizzata dalla persistenza dei sintomi fino a tre settimane dall’insorgenza, e una cronica che si estende oltre le 12 settimane (3).
Queste sindromi non colpiscono solo i pazienti in cui l’infezione ha avuto un decorso più grave (4) e sono caratterizzate, oltre che da astenia e dispnea, da sintomi tipici di patologia di specifici organi come i polmoni, il cervello, il rene e il cuore (5).
Queste complicanze più che alla persistenza del virus sembrano legate alla disfunzione endoteliale con una tempesta di citochine che sostiene una grave infiammazione, e lo stato di ipercoagulabilità (6,7).
Diviene pertanto cruciale migliorare o preservare la funzione endoteliale (8). Questo obiettivo può essere raggiunto mediante la supplementazione di arginina, l’aminoacido chiave per la produzione di ossido nitrico e citrullina da parte della cellula endoteliale (9). Infatti, la somministrazione di questa sostanza aumenta la escrezione urinaria di nitrati nei soggetti con disfunzione endoteliale (10).
Questo tipo di evidenze sono alla base della supplementazione di arginina in associazione alle terapie per il trattamento del Covid-19 e nella prevenzione dell’infezione suggerita in diverse recenti pubblicazioni (8,11) e in un protocollo di studio clinico randomizzato, in doppio cieco, contro placebo, pubblicato su clinicaltrials.gov (12).
Esperienze preliminari condotte in pazienti affetti da infezione da Covid-19 aggiungendo la somministrazione endovenosa giornaliera di Bioarginina® (Farmaceutici Damor SpA) alla terapia standard hanno mostrato effetti favorevoli sui tempi di dimissione, sul recupero del numero di linfociti e sul rapporto P\F tra pO2 arteriosa e FiO2 respirata.
In particolare, per quest’ultimo parametro si riscontra quasi un raddoppio della velocità di recupero.
Queste osservazioni hanno indotto a intraprendere uno studio con l’aggiunta di Bioarginina® per via endovenosa alla terapia standard dell’Ospedale Cotugno di Napoli in soggetti affetti da Covid-19 con distress respiratorio moderato o severo.
Risultati del trattamento dei pazienti post Covid con L-arginina e vitamina c liposomiale. L’esperienza dell’Irccs San Raffaele di Roma
Dall’inizio della pandemia in Italia risultano guarite oltre 1.600.000 persone che, dopo aver affrontato la patologia con sintomi più o meno gravi, si sono negativizzate.
Un’ottima notizia che, tuttavia, si collega a un’altra dai contorni ancora da definire: l’incidenza sempre più elevata di persone colpite dalla così detta “sindrome post Covid”.
La sindrome post Covid consiste in una serie di problemi fisici e psichici che colpiscono tra il 50 e l’80% di coloro che sono usciti dall’infezione, indipendentemente dal livello di gravità con cui ne siano stati colpiti.
I sintomi più comuni che la caratterizzano sono: stanchezza cronica, dolori muscolari, difficoltà respiratorie, problemi cardiaci. Tutte problematiche che in molti casi rimangono per diversi mesi dopo la guarigione e che quindi possono risultare debilitanti, abbassando la qualità di vita e impattando sulle performance lavorative dei soggetti coinvolti.
Presso l’Irccs San Raffaele di Roma nel reparto di medicina Covid diretto dal dott. Giuseppe Marazzi, si è valutato positivamente l’impiego di L-Arginina e vitamina c liposomiale nei pazienti con sindrome post Covid.
In particolare, il dott. Marazzi ha arruolato 100 pazienti di entrambi i sessi, d’età compresa tra 30 e 80 anni di cui 50 sono stati trattati con L-arginina e vitamina C liposomiale e 50 con il placebo.
Sono stati inclusi soggetti affetti da Covid-19 non ricoverati in terapia intensiva con una degenza tra 15 e 30 giorni, le cui caratteristiche sono elencate nella tabella 1.
Il parametro valutato è il test del cammino o six minute walking test (6MWT). Il 6MWT misura la distanza che un soggetto può percorrere camminando il più velocemente possibile su una superficie piana in sei minuti, comprese tutte le interruzioni che il soggetto ritiene necessarie. Questo test consente di valutare la capacità di svolgere le normali attività quotidiane o, al contrario, il grado di limitazioni funzionali del soggetto.
I risultati ottenuti hanno dimostrato che i pazienti trattati con L-arginina e vitamina C liposomiale hanno migliorato significativamente la loro performance fisica durante il 6MWT rispetto al placebo, con un miglioramento nella sintomatologia generale post covid.
Questi risultati, supportano l’utilizzo di L-arginina e vitamina c liposomiale nei pazienti debilitati e astenici.
Infatti, come sostenuto da una recente review “Vitamin C and cardiovascular disease: an update’’, pubblicata sulla prestigiosa rivista ‘’Antioxidants’”, la vitamina C rappresenta l’alleato perfetto per l’associazione alla L-arginina.
Inoltre, sia la vitamina C che la L-arginina sono necessarie per la sintesi di ossido nitrico.
Nella review, la vitamina C liposomiale viene descritta come il miglior metodo di somministrazione di vitamina C, in quanto ha una biodisponibilità migliore rispetto alla vitamina C non liposomiale, evitando i rischi associati alla somministrazione endovenosa. Inoltre, la vitamina C liposomiale aumenta la concentrazione di vitamina C nel sangue quasi raddoppiando la concentrazione ottenibile tramite la forma non liposomiale.
Pertanto, dal momento che, sia la vitamina C che la L-arginina sono note per migliorare la funzione endoteliale e ridurre la permeabilità vascolare durante le malattie infettive, è possibile ipotizzare che la loro associazione possa essere sinergica nell’affrontare le malattie infettive. Questa sinergia, come evidenziato dall’esperienza del dottor Marazzi, potrebbe essere utile nel recupero dei pazienti e nella gestione della sindrome post-covid.
Bibliografia
1) Libby P., Lüscher et al. Covid-19 is, in the end, an endothelial disease. European Heart Journal, 2020, 41(32)
2) Sardu C., Gambardella J, et al. Hypetension,Thrombosis, Kidney Failure, and Diabetes: Is Covid-19 an Endothelial Disease? A Comprehensive Evaluation of Clinical and Basic Evidence. J Clin Med. 2020; 9(5):1417
3) Greenhalgh T., Knight M., et al. Management of post-acute Covid-19 in primary care. BMJ. 2020;370:m3026
4) Tenforde MW, Kim SS, et al; Symptom duration and risk factors for delayed return to usual health among outpatients with Covid-19 in a multistate health care systems network: United States, March-June 2020. MMWR Morb Mortal Wkly Rep. 2020;69(30):993-998
5) Carfì A, Bernabei R, et al, Against Covid-19 Post-Acute Care Study Group. Persistent symptoms in patients after acute Covid-19. JAMA. 2020;324(6):603-605
6) Puntmann VO, Carerj ML, et al. Outcomes of cardiovascular magnetic resonance imaging in patients recently recovered from coronavirus disease 2019 (Covid-19). JAMA Cardiol., November 2020, Volume 5, Number 11
7) Rajpal S, Tong MS, et al. Cardiovascular magnetic resonance findings in competitive athletes recovering from Covid-19 infection. JAMA Cardiol. Published online September 11, 2020
8) Gambardella J, Khondar W, et. Al. Arginine and Endothelial function. Biomedicines 2020, 8(8), 277
9) Boger RH, Bode-BogerSM, et al. Asymmetric Dimethylarginine (ADMA): A Novel Risk Factor for Endothelial Dysfunction. Circulation 1998;98:1842
10) Suzuki I, Sakuraba K, et al. A combination of oral L-citrulline and L-arginine improved 10-min full power cycling test in male collegiate soccer players: a randomized cross-over trial. Eur J Appl Physiol 2019; 119: 1075
11) Morelli M.B., Gambardella J., et al, Vitamin C and Cardiovascular Disease: An Update. Antioxidants 2020, 9, 1227; doi:10.3390/antiox9121227
12) Short and Long-term Effects of Adding Oral L-arginine to Standard Therapy in Patients With Covid-19 (SARS-CoV-2) https://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT04637906?term=bioarginina&draw=2&rank=1