A Luigi Naldini il Phacilitate Lifetime Achievement Award 2024

Luigi Naldini, direttore dell'Istituto San Raffaele-Telethon

Luigi Naldini, direttore dell’Istituto San Raffaele-Telethon per la terapia genica, ha ricevuto il premio alla carriera Phacilitate Lifetime Achievement Award 2024 per il suo contributo allo sviluppo di vettori genetici efficaci.

Il premio Phacilitate Advanced Therapies, istituito nel 2023 con l’assegnazione a Carl June per lo sviluppo della terapia cellulare con CAR-T, riconosce le innovazioni nel campo delle terapie avanzate.

L’award 2024 – conferito lo scorso 18 gennaio a Miami in Florida, nell’ambito della Settimana delle Terapie Avanzate – è andato a Luigi Naldini, direttore dell’Istituto San Raffaele-Telethon per la terapia genica (SR-Tiget) di Milano e professore ordinario di Istologia e di Terapia Genica e Cellulare presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, per il suo ruolo di pioniere nell’ambito della terapia genica e per l’impatto della sua ricerca nella cura di gravi malattie, genetiche ma non solo.

Più in particolare, il direttore del SR-Tiget viene riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale come padre dei vettori lentivirali, strumenti terapeutici oggi ampiamente utilizzati in clinica e derivati da uno dei virus umani più temuti, l’HIV.

“Il prof. Naldini incarna perfettamente il concetto di innovatore. L’incrollabile dedizione che ha dimostrato nello sviluppo di terapie a beneficio dei pazienti ha spinto lui e il suo team a non lasciarsi scoraggiare dai primi fallimenti e sviluppare terapie migliori e sempre più sicure.

Senza la sua dedizione e perseveranza, la terapia genica non sarebbe al punto in cui si trova oggi, in grado di cambiare la vita dei pazienti grazie a farmaci oggi approvati per malattie genetiche come l’ADA-SCID e la leucodistrofia metacromatica, senza contare le numerose altre ancora in fase di sviluppo clinico” ha dichiarato il presidente della giuria del premio, Sven Kili.

Il percorso del prof. Naldini verso la terapia genica

Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia e il dottorato in Scienze Citologiche e Morfogenetiche a Torino, a metà degli anni Novanta Luigi Naldini si è trasferito al Salk Institute di La Jolla (USA), dove lavorando con Inder Verma e Didier Trono ha dimostrato la possibilità di trasferire geni terapeutici sfruttando le caratteristiche infettive del virus HIV e ha costruito il prototipo dei vettori lentivirali oggi in uso in tutto il mondo.

Dopo un’esperienza nel mondo biotech della Bay Area di San Francisco, in cui ha ulteriormente perfezionato i vettori lentivirali per un uso clinico in sicurezza, è tornato nell’accademia italiana, prima a Torino e poi a Milano dove è direttore del SR-Tiget dal 2008.

Già presidente della Società Europea di Terapia Genica e Cellulare (ESGCT) e membro di EMBO, l’Organizzazione Europea di Biologia Molecolare, negli anni ha ricevuto importanti riconoscimenti che hanno sottolineato la sua centralità nello sviluppo della terapia genica e nell’applicazione di vettori lentivirali per il trasferimento genico a scopo terapeutico.

L’importanza dei vettori lentivirali

Oltre a essere tra gli strumenti più utilizzati nel campo della ricerca biomedica, i vettori lentivirali trovano ampia applicazione clinica: basti pensare che solo all’Ospedale San Raffaele sono stati trattati quasi un centinaio di pazienti con gravi malattie genetiche come la leucodistrofia metacromatica, la sindrome di Wiskott-Aldrich, la beta talassemia e la mucopolisaccaridosi di tipo 1. A livello globale si tratta di circa 400 pazienti trattati per 19 diverse patologie. 

Quattro terapie hanno già ottenuto l’approvazione all’immissione in commercio: tra queste, la terapia genica per la leucodistrofia metacromatica, nata nei laboratori dell’Istituto SR-Tiget e che dal dicembre del 2020 è un farmaco registrato nell’Unione europea e per cui è attesa prossimamente l’approvazione anche negli Stati Uniti.

Anche buona parte delle terapie CAR-T in sperimentazione si basano sui vettori lentivirali: si tratta di farmaci di terapia genica utilizzati contro diversi tumori ematologici o dei tessuti solidi, che funzionano armando selettivamente i linfociti killer del paziente contro le cellule tumorali. A livello globale, si stima abbiano beneficiato di questo tipo di terapie oltre 3.500 soggetti.

Soluzioni innovative per migliorare efficacia e sicurezza della terapia genica

La ricerca del prof. Naldini continua tuttora a proporre soluzioni innovative che puntano a migliorare la terapia genica quanto ad efficacia e sicurezza. Una delle ultime terapie antitumorali sviluppate è basata sull’ingegnerizzazione delle cellule staminali del sangue che sono in grado di portare in modo mirato ed efficace a livello dei tumori potenti segnali che vi attivano la risposta immunitaria, risparmiando il resto dell’organismo da effetti collaterali. Si tratta in quest’ultimo caso di una terapia attualmente in sperimentazione clinica presso gli Ospedali San Raffaele e Besta di Milano per il trattamento del glioblastoma, il più comune e grave tumore del cervello negli adulti. Lo studio è sponsorizzato da Genenta Science, una start-up innovativa fondata da Naldini con il San Raffaele e oggi quotata sul Nasdaq. 

Naldini ha infine contributo sin dagli albori allo sviluppo dell’editing mirato dei geni con la tecnologia CRISPR che permette di riscrivere la sequenza genetica correggendo le mutazioni anziché sostituendo la funzione con una versione aggiuntiva introdotta con un vettore, aumentando la precisione della manipolazione genetica e aprendo così la strada a nuove e rivoluzionarie applicazioni.