Presentati i dati del rapporto ExploRare 3.0 sulle malattie rare, farmaci specifici e orfani

Generare evidenze utili a ridurre le incertezze durante la fase di valutazione tecnico-scientifica e di prezzo e rimborso di farmaci per malattie rare; analizzare la rilevanza dei Patient-Reported Outcome Measures (PROMs) nel tempo e comprendere l’eventuale impatto di citazione e/o dell’utilizzo dei PROMs nei trial clinici sulle scelte regolatorie; valutare l’effetto di pratica del Blended Price in termine di estensione di indicazione, quindi le eventuali implicazioni sui tempi negoziali e sul prezzo massimo di cessione al SSN; valutare la spesa generata dai farmaci a oggi in pipeline sulla spesa nel triennio 2025-2027; proporre best practice e soluzioni operative per l’accesso di questa tipologia di farmaci, identificazione di strumenti utili ai decisori per la valutazione del farmaco e la rimborsabilità attraverso l’aggiornamento dell’Horizon Scanning.

Sono gli obiettivi di ExploRare 3.0, progetto giunto alla terza edizione, realizzato grazie collaborazione tra Cencora Pharmalex e ISPOR Italy – Rome Chapter e patrocinato da AIFA, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Farmindustria, Società Italiana di Farmacologia, Federazione Italiana Malattie Rare e Università del Piemonte Orientale, che si pone come un efficace strumento per analizzare criticità e valore, in termini di accesso ai farmaci, valutazioni di programmazioni di spesa, prospettive di impatto sui bisogni territoriali attuali e futuri, regolatori delle malattie rare, quindi anche di farmaci orfani.

Lo sviluppo del progetto

Eseguire tre indagini di analisi e confronto, sia retrospettiva sulla base dei farmaci per malattie rare e farmaci orfani approvati e rimborsati in Italia da ottobre 2018 a dicembre 2024, sia prospettica in relazione all’ingresso di potenziali nuovi farmaci attesi sul mercato nel periodo 2025-2027, rispondendo a quesiti specifici. Questo il compito richiesto ai WorkStreams (WS) che hanno partecipato al progetto.

WS1 – Valorizzazione dei Patient Reported Outcome Measures (PROMs) per i farmaci per malattie rare

Oggetto del lavoro, di questo primo focus, è stata l’analisi delle caratteristiche degli studi clinici dei farmaci per malattie rare, confrontando quelli rimborsati in Italia tra il 2018 e il 2024 con quelli attesi entro il 2027, valutando l’impatto dei PROMs nella concessione dell’innovatività e nei tempi di accesso al rimborso.

Dall’analisi emerge una crescita attesa dei farmaci per malattie rare in arrivo sul mercato italiano, con una media annuale di lanci da 35 (2018–2024) a 45 (2025–2027, +29%) e un aumento della quota di farmaci orfani dal 48% all’84%.

Con riferimento al disegno degli studi, è stata osservata una riduzione dal 74% al 64% degli RCT (Randomized Controlled Trial), come anche dell’uso di comparatori attivi (dal 47% al 36%). Un calo è stato registrato anche nell’impiego di PROMs come endpoint (dal 66% al 49%).

È, inoltre, emersa da parte delle aziende una richiesta di innovatività per il 58% dei farmaci per indicazioni rare rimborsati tra il 2018 e il 2024, ottenuta nel 58% dei casi, con una concessione dell’innovatività piena nel 47%, con una quota di farmaci con innovatività è più alta per orfani. Circa i PROMs, questi vengono citati nel 95% degli EPAR (European public assessment reports) e solo nel 29% delle Schede di Innovatività AIFA.

I PROMs, valutati come endpoint all’interno di studi clinici, sembrano sostituire un potenziale (pro)motore per il riconoscimento dell’innovatività del farmaco e farmaci con PROMs sembrano avere tempi di valutazione/negoziazione P&R (prezzo e rimborso) minori, specificatamente di farmaci con PROMs citati in EPAR, a fronte di quelli con PROMs citati in schede innovatività i cui tempi di valutazione/negoziazione P&R sarebbero maggiori.

Infine, si sarebbe rilevato un aumento dei farmaci (NME/nuove indicazioni) per malattie rare (35 vs 45 in media all’anno) così come della quota di quelli a designazione orfana con più alta frequenza in area ematologica, in calo l’area oncoematologica e oncologica. Circa gli studi emerge una prevalenza di Fase III e II/III, con una quota, come anticipato, in calo degli RCT.

Tempi negoziali in caso di estensione di indicazione ed effetto dell’applicazione del blended price

Il secondo WorkStream ha analizzato l’uso del blended price (prezzo misto o combinato) nella procedura di estensione di indicazione, esaminando come le diverse tipologie di estensione – da raro a raro, da raro a non raro, da non raro a raro- possano, oppure no, influenzare la durata dell’iter negoziale e la variazione del prezzo massimo di cessione al SSN.

Nello specifico sono stati presi in considerazione 174 record di farmaci rimborsati in Italia tra ottobre 2018 e dicembre 2024, osservando che scarsi passaggi di categoria di estensione (cambi di specie) a favore invece di una maggiore possibilità di estensione di un farmaco all’interno della stessa tipologia o area patologica, senza sostanziali differenze in termine di tempistiche delle estensioni fra le varie categorie, ovvero con tempi più lunghi per nuove indicazioni da raro a non raro.

In termini di prezzo, la variazione massima di cessione è stata identificata in un range tra il -7% e il -10% con risultati omogenei tra le categorie, fatta eccezione per l’estensione da raro a raro, in cui le variazioni del prezzo sarebbero più elevata.

Trend e variazioni tra le diverse tipologie di estensioni, che si osserverebbero sia in termini di tempistiche necessarie per completare le procedure, sia in termini di proxy delle variazioni del prezzo di cessione al SSN.

In conclusione:

  • i passaggi di categoria di estensione rappresentano un’eccezione (N=16 casi);
  • per tutte le tipologie di estensione di indicazione i tempi mediani sono sostanzialmente sovrapponibili e non differiscono significativamente, così come le mediane della variazione del prezzo di cessione ed i valori minimi e massimi;
  • circa il 20% delle estensioni non ha comportato a una modifica del prezzo di cessione, specificatamente per farmaci di area pediatrica o oncologica;
  • un campione ridotto, variabilità negoziale e metodologia blended rendono difficile identificare trend chiari;
  • le variazioni del prezzo di cessione al SSN rilevate nell’ambito delle procedure di acquisto a livello regionale utilizzate come proxy delle variazioni del prezzo massimo di cessione potrebbero non riflettere accuratamente le reali variazioni di prezzo negoziate per le singole indicazioni.

Aggiornamento del modello predittivo di spesa dei farmaci in arrivo nel trattamento delle malattie rare nel triennio 2025-2027

Il terzo e ultimo focus del rapporto è basato su una rielaborazione del modello predittivo di spesa dei farmaci per malattie rare in fase di sviluppo e approvazione, presentato nella precedente edizione di ExploRare.

Ha valutato 137 farmaci che potenzialmente potrebbero entrare nel panorama terapeutico nel triennio 2025-2027 per il trattamento di 74 diverse patologie, verosimilmente rimborsabili dal SSN.

Tale previsione potrebbe incidere sulla spesa farmaceutica pubblica in relazione alle malattie rare con un incremento stimato in tre anni da un minimo di +14 milioni di euro, pari a +0,7%, a un massimo di circa +326 milioni di euro, con una crescita complessiva di +15,7%, rispetto al 2024, ed un aumento percentuale della spesa a tre anni del 7,1%, con un range di variabilità comparabile ai risultati del modello precedente.

Il modello, inoltre, è stato utilizzato per fornire una stima regionalizzata della spesa farmaceutica per farmaci per malattie rare e per farmaci orfani che, pur con tutti i limiti derivanti da una redistribuzione esclusivamente basata sulla popolazione regionale, può supportare la previsione di possibili fabbisogni regionali.

Vengono, tuttavia, sottolineati alcuni possibili limiti dell’analisi, legati principalmente a tre ordini di fattori: la selezione dei farmaci che potrebbe non rispecchiare necessariamente le tempistiche reali di approvazione a livello nazionale, sebbene la dinamica di introduzione dei nuovi farmaci nel trattamento dei pazienti sia sta considerata conservativa, tenendo conto di ritardo verosimili che potrebbe registrarsi nella fase di assestamento dell’Agenzia.

Molte assumptions sulle stime epidemiologiche, ovvero i pazienti che potrebbero necessitare/beneficiare dei queste specifiche terapie, si sono basate su expert opinion, rendendo l’analisi incerta nonostante che l’analisi di sensibilità abbia provato a considerare la variabilità sottostante queste stesse stime portando a valutazioni di impatto intervallari che potrebbero quindi rappresentare stime verosimili di impatto di spesa.

La mancanza di assunzioni sugli effetti negli outcome di salute che l’innovazione apporterà sui pazienti trattati: aspetti quali la qualità di vita, le conseguenze organizzative, la spesa su altre voci di costo dirette e indirette rappresentano potenziali variabili determinanti nella valutazione economica delle nuove tecnologie sanitarie.