Nuovi antibiotici, servono modelli di governance

L’Italia è maglia nera in Europa per quanto riguarda la resistenza agli antibiotici. Un problema che, nel nostro Paese, provoca il decesso di circa 10 mila persone l’anno, con costi che si aggirano sui cento milioni di euro.
Sulla scia di questi dati, Motore Sanità ha organizzato il tavolo di lavoro dal titolo Nuovi modelli di governance ospedaliera per gli antibiotici innovativi. Da un accesso razionato a un accesso razionale e appropriato, un tour con varie tappe regionali, tra cui Veneto, Piemonte, Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia. Ecco una sintesi di quanto è emerso.

Lotta ai Gram-negativi e ai Gram-positivi

Uno dei temi al centro del dibattito sono state le innovazioni nel settore infettivologico.
«Per quanto riguarda i germi Gram-negativi, le categorie dei farmaci a disposizione sono rimaste pressoché invariate e i recenti miglioramenti sono riconducibili soprattutto alla sintesi di nuove molecole accessorie nell’ambito degli inibitori degli enzimi beta-lattamasi», spiega Giovanni Di Perri, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino.
«Per quanto concerne, invece, i germi Gram-positivi, più sensibili ai medicinali ad azione antibiotica, sono ora disponibili farmaci a cessione protratta, in grado di garantire, con una sola infusione, la copertura dell’intero periodo terapeutico. Soluzioni di questo genere costituiscono un vantaggio sia per il paziente sia per il team assistenziale e andrebbero perciò incentivate».

L’approccio nei reparti ad alto rischio

I nuovi antibiotici sono di particolare rilevanza nei reparti più critici degli ospedali, come le terapie intensive, dove gli assistiti sono in condizioni difficili e le infezioni multiresistenti dilagano.
A chiarire l’approccio da adottare in questi casi è Antonino Giarratano, presidente della Siaarti, oltre che professore ordinario di Anestesiologia all’Università di Palermo e direttore dell’Unità Operativa Complessa di Anestesia e Rianimazione dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Paolo Giaccone.

«I farmaci nuovi, somministrati sulla base delle indicazioni provenienti da tecniche di microbiologia all’avanguardia, devono essere assunti dal paziente il più precocemente possibile, perché ogni ora di attesa aumenta la mortalità dell’8%. Nelle successive 24 ore può intervenire lo specialista infettivologo con una consulenza mirata».

La sfida dell’appropriatezza

«Le principali cause della resistenza microbica sono imputabili a un uso inappropriato degli antibiotici», sottolinea Giuseppe Quintavalle, direttore generale del Policlinico Tor Vergata di Roma.
«Tale emergenza comporta una sfida per tutti gli attori della sanità, chiamati a elaborare nuovi modelli di governance.
Per ottimizzare le azioni correttive è necessario un approccio multidisciplinare, che coinvolga tutte le figure che operano in ospedale e che si traduca nell’ormai nota antimicrobial stewardship.
Per fare fronte all’emergenza dei super batteri, non sarà sufficiente l’introduzione di nuovi antibiotici, se non verranno assunti comportamenti idonei, con strategie mirate a un uso appropriato del farmaco».

Paola Arosio