Uno studio condotto dal Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma e pubblicato su Leukemia porta all’attenzione della comunità scientifica un innovativo approccio per la prevenzione delle lesioni ossee nei pazienti affetti da mieloma multiplo. La ricerca pone in evidenza il ruolo chiave della glutammina nel microambiente midollare dei pazienti.
Il ruolo del glutammato
Il lavoro presentato dall’ateneo di Parma ha messo in luce come le cellule mononucleate del midollo osseo dei pazienti affetti da mieloma multiplo rilascino livelli significativamente elevati di glutammato, come derivato della glutammina.
L’alterazione metabolica evidenziata favorisce l’attivazione degli osteoclasti, contribuendo alla distruzione ossea tipica di questa patologia.
Mieloma multiplo e condizioni pre-maligne
Il microambiente midollare dei pazienti con mieloma si caratterizza per bassi livelli di glutammina e alti livelli di glutammato, a differenza di quanto si possa osservare in condizioni di pre-malignità indolenti come le gammapatie monoclonali d’incerto significato (MGUS). La scoperta rivela quindi, come il glutammato rappresenti il promotore della formazione osteoclastica e della conseguente malattia ossea.
Il nuovo target terapeutico
L’aspetto più interessante di questo studio è rappresentato dall’identificazione del trasporto del glutammato come nuovo target terapeutico.
L’inibizione del meccanismo potrebbe, infatti, rappresentare la chiave per la messa a punto di una strategia in grado di contrastare la progressione delle lesioni ossee, migliorando così la qualità di vita dei pazienti affetti da mieloma multiplo.
Una scoperta tutta italiana
Il lavoro che porta la firma di Denise Toscani, collaboratrice tecnica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, nasce dalla solida collaborazione multidisciplinare tra il Laboratorio di Ematologia diretto da Nicola Giuliani in sinergia con i gruppi di ricerca coordinati dai docenti Ovidio Bussolati, Martina Chiu con il contributo del team del Laboratorio di Tossicologia Industriale e Metodiche Analitiche Avanzate guidato da Roberta Andreoli, è per tutti un esempio di come l’integrazione tra ricerca accademica e clinica possa dare buoni frutti.



