Il melanoma uveale metastatico ha origine da un melanoma uveale, ovvero un tumore maligno che colpisce la cresta neurale dell’occhio, estendendosi sia all’interno del bulbo sia all’esterno di esso. Nella sua forma primigena, si tratta di un tumore raro che colpisce circa sei persone ogni milione; seguendo questa incidenza, in Italia interesserebbe circa quattrocento nuovi pazienti l’anno.
Questo tumore dà facilmente metastasi utilizzando i vasi sanguigni come via di diffusione, arrivando di norma prima al fegato e poi anche a polmone, tratto gastroenterico, osso, ovaio e rene. Una volta metastatizzato, il tasso di sopravvivenza globale a 1 anno e molto basso, pari al 52%.
Durante il Congresso 2023 della Società Europea di Oncologia Molecolare sono stati presentati i risultati di uno studio di fase III incentrato su tebentafusp, trattamento per il melanoma uveale metastatico.
Lo studio
La molecola presentata, tebentafusp, è una proteina bispecifica che va a colpire la proteina gp100, antigene espresso su melanociti e melanoma, formata da un recettore solubile per le cellule T e da un anti-CD3. Al momento questa molecola è stata approvata per il trattamento del melanoma uveale metastatico in diversi Paesi, come Stati Uniti, Unione Europea, Canada, Australia e Regno Unito.
La molecola è stata valutata in uno studio di fase III, pivotale e randomizzato, che ha avuto come endpoint primario la sopravvivenza globale (OS) del paziente rispetto all’uso di un trattamento a scelta dello sperimentatore, scelto tra pembrolizumab, ipilimumab o dacarbazina. Avendo un follow-up minimo di 36 mesi, si è osservata una OS del 27% nei pazienti che hanno ricevuto Kimmtrak rispetto al 18% degli altri. Inoltre, la OS mediana è stata di 21,6 mesi con tebentafusp contro 16,8 mesi con le altre opzioni terapeutiche.
Mohammed Dar, Chief Medical Officer di Immunocore, afferma: «supportato da un follow-up di sopravvivenza di tre anni, tebentafusp rimane lo standard di cura di prima linea per i pazienti HLA-A*02:01 positivi con melanoma uveale metastatico. Il beneficio in termini di sopravvivenza si apprezza preocemente, entro le prime sei settimane, e la curva di sopravvivenza rimane separata dal braccio di controllo; questo beneficio in termini di sopravvivenza a lungo termine è un tratto distintivo della immunoterapia contro il cancro».
Altri dati interessanti
Se l’OS offre esiti interessanti, lo fanno altri parametri presi in considerazione dallo studio, in primis il tasso di risposta globale, dell’11% nel braccio di studio contro il 5% di quello di controllo.
Anche il tasso di controllo della malattia gode dell’assunzione di tebentafusp, essendo del 46% contro il 27% del braccio di controllo.
Ultimo, ma non per ordine di importanza, il nuovo trattamento si conferma anche più sicuro di quelli convenzionali, dando esiti avversi in meno del 2% dei pazienti trattati, contro il 5%.
(Lo studio: Hassel JC, Piperno-Neumann S, Rutkowski P, Baurain JF, Schlaak M, Butler MO, Sullivan RJ, Dummer R, Kirkwood JM, Orloff M, Sacco JJ, Ochsenreither S, Joshua AM, Gastaud L, Curti B, Piulats JM, Salama AKS, Shoushtari AN, Demidov L, Milhem M, Chmielowski B, Kim KB, Carvajal RD, Hamid O, Collins L, Ranade K, Holland C, Pfeiffer C, Nathan P. Three-Year Overall Survival with Tebentafusp in Metastatic Uveal Melanoma. N Engl J Med. 2023 Oct 21. doi: 10.1056/NEJMoa2304753. Epub ahead of print. PMID: 37870955)