L’infiammazione, spesso accompagnata da dolore cronico, è un meccanismo essenziale per la guarigione. Uno studio internazionale guidato dal Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Firenze, in collaborazione con la New York University, l’Università della California e lo spinoff fiorentino FloNext Srl, propone un approccio innovativo per alleviare il dolore infiammatorio senza compromettere i benefici dell’infiammazione. Pubblicati su Nature Communications, i risultati aprono la strada a una nuova classe di terapie mirate.
Il bersaglio e il nuovo paradigma clinico
L’inibizione selettiva del recettore EP2 delle prostaglandine nelle cellule di Schwann, coinvolte nella protezione dei nervi, determina una significativa riduzione del dolore senza interferire con la risposta infiammatoria.
L’innovativo approccio rappresenta un netto superamento della terapia con i FANS che, bloccando tutte le prostaglandine, causano potenziali danni a diversi organi, in primis stomaco, cuore, fegato e reni.
Utilizzando vettori virali e tecnologie all’avanguardia come l’optogenetica, i ricercatori sono riusciti a ricostruire i meccanismi molecolari che legano il recettore EP2 alla percezione del dolore.
Il livello di precisione offerto da questa scoperta consentirà di progettare farmaci in grado di agire selettivamente sul recettore EP2 e sulle cellule coinvolte, lasciando indenne il resto dell’organismo.
Lo studio dimostra come il dolore e l’infiammazione possano essere disgiunti, aprendo così la strada ad una potenziale rivoluzione terapeutica. Curare il dolore infiammatorio senza spegnere i naturali processi di guarigione del corpo è uno straordinario cambio di paradigma nella gestione del dolore cronico, che offre a milioni persone nel mondo una nuova speranza.



