In Europa, ogni anno sono circa 400 mila le persone colpite da un arresto cardiaco. Circa 600 mila l’anno solo in Italia, invece, subiscono un trauma, nel 5-7% dei casi classificabile come maggiore.
Le due condizioni cliniche sono accumunate dalla loro natura tempo-dipendente e la necessità di essere visitati da un team multidisciplinare, che negli ultimi anni spesso contempla anche il farmacista ospedaliero, coinvolto in alcune mansioni come il processo decisionale rispetto ai farmaci da prescrivere.
In questi team, il farmacista ospedaliero offre anche supporto alla documentazione e nell’individuare raccomandazioni terapeutiche adeguate al singolo paziente.
Una scoping review canadese valuta l’impatto della presenza di questa figura sanitaria sul trattamento di pazienti che arrivano in Pronto Soccorso in arresto cardiaco o traumatizzati, focalizzandosi in particolare sulla fase di rianimazione.
Pubblicata su Pharmacy, la review è stata condotta da tre realtà sanitarie di Vancouver: la Facoltà di Scienze Farmaceutiche dell’Università della British Columbia, il Dipartimento di Emergenza-Urgenza del General Hospital e i Servizi Farmaceutici della regione della Lower Mainland canadese della Fraser Health Authority.
La presenza del farmacista riduce i costi e apporta alcuni vantaggi
La revisione è basata su 26 articoli, per lo più condotti tra Canada, Stati Uniti e Australia, forse perché sono i Paesi dove più frequentemente il farmacista ospedaliero collabora già nei team tempo dipendenti, che siano dedicati all’infarto o al trauma.
Solo uno di questi studi è randomizzato controllato, mentre gli altri sono per lo più studi di coorte retrospettivi, survey, studi per il miglioramento della qualità di un approccio o studi di coorte incrociati. Uno dei lavori selezionati è una revisione sistematica della letteratura.
Nonostante l’alta eterogeneità degli studi non consenta di ottenere risposte certe rispetto all’impatto del farmacista ospedaliero nei team di rianimazione, la revisione fornisce alcuni spunti positivi.
Tra i pazienti considerati negli studi circa la metà è stata trattata per arresto cardiaco e l’altra per trauma.
La presenza del farmacista ospedaliero nel team sembra associarsi a una riduzione dei costi sanitari. Inoltre, la formazione del farmacista appare determinante: se in possesso di una certificazione Advanced Cardiovascular Life Support è di maggiore aiuto ai colleghi, perché pronto ad affrontare una situazione di emergenza.
C’è poi un altro dato che sembra emergere da questa revisione: il ruolo del farmacista è maggiormente positivo nella rianimazione di pazienti con arresto cardiaco, rispetto che nei casi di trauma.
Alcuni punti migliorabili
La revisione consente, infine, di trarre alcune considerazioni rispetto a ciò che si potrebbe fare per integrare meglio i farmacisti in questi team.
Nella discussione dell’articolo, gli autori evidenziano una serie di limitazioni nell’integrare il farmacista ospedaliero nei team di rianimazione per trauma e infarto.
La prima è la formazione: una certificazione specifica permette al farmacista di essere a maggior agio nella situazione e, quindi, di offrire un supporto migliore ai colleghi.
Inoltre, gli autori sottolineano che anche la formazione continua offerta dagli enti istituzionali debba essere migliorata, diventando più standardizzata e consentendo a chi viene formato di poter lavorare in luoghi anche diversi nel corso del tempo.
Studio: Patel H, Wee M, Tejani AM, Lau A. Clinical Outcomes of Pharmacist Involvement in Cardiac Arrest and Trauma Resuscitations: A Scoping Review. Pharmacy (Basel). 2025 Jun 24;13(4):89. doi: 10.3390/pharmacy13040089. PMID: 40700260; PMCID: PMC12286068.
            



