Nuovi dati confermano l’efficacia della combinazione terapeutica lumacaftor/ivacaftor a lungo termine, con miglioramenti tanto nelle immagini di RM quanto nei parametri di crescita e sanguigni.
La fibrosi cistica è la malattia genetica grave più diffusa al mondo: secondo uno studio del 2022 sarebbero più di 160 mila le persone colpite al mondo, delle quali il 64% con diagnosi già ricevuta. Si tratta di una stima e, come tutte le stime, potrebbe essere errata.
In Italia sarebbero invece poco più di 5300 i pazienti con fibrosi cistica. La patologia è legata alla mutazione del gene Cystic Fibrosis Transmembrane Regulator (CFTR) che, a sua volta, causa la produzione di un muco eccessivamente denso, difficile quindi da espettorare o eliminare.
Questa condizione colpisce principalmente l’apparato respiratorio, con graduale perdita della funzionalità polmonare, e quello digerente, con scarsa capacità digestiva nei confronti dei lipidi, delle proteine e degli amidi e conseguente scarso assorbimento dei nutrienti.
Un nuovo studio
Di recente sono arrivati nuovi esiti per l’efficacia a lungo termine della combinazione terapeutica lumacaftor/ivacaftor su pazienti con fibrosi cistica e mutazione omozigote F508del-CFTR.
Pubblicati su Annals of the American Thoracic Society, i risultati indicano che il trattamento può modificare il decorso della malattia, se utilizzato negli stadi precoci.
Lo studio ha coinvolto 49 bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni. Due le fasi del lavoro. La prima parte, durata 48 settimane, consiste in uno studio randomizzato e controllato, in doppio cieco e con placebo già pubblicato in precedenza.
La seconda, di recente pubblicazione, ha invece una durata di ulteriori 48 settimane settimane e vuole vedere gli effetti a lungo termine, andando a valutare i cambiamenti nella RM polmonare.
In questa seconda fase i bambini precedentemente trattati con placebo hanno iniziato ad assumere il farmaco.
I miglioramenti sono stati chiari: dalla baseline alla fine dello studio i pazienti trattati con il farmaco hanno visto un cambiamento nel RM global score di -2,7, contro il -5,6 del gruppo di controllo.
Non solo. Lo studio ha preso in considerazione anche una serie di parametri ematici, come i marker della funzione pancreativa e dell’infiammazione intestinale, la concentrazione di cloruro nel sudore. Anche questi parametri sono tutti migliorati, in entrambi i gruppi. Che dire della sicurezza?
Sicurezza della combinazione
Molti dei partecipanti hanno manifestato eventi avversi correlati al trattamento, nella maggioranza dei casi di gravità moderata (40,8%) o lieve (38,8%). Nel 24% dei casi, invece, la manifestazione avversa è stata grave. Nel 4,1% dei casi, pari a due partecipanti, la complicanza è stata tale da richiedere la sospensione del trattamento.
Vediamo quali sono gli eventi avversi più comuni associati alla terapia sotto studio: nasofaringite, esacerbazione polmonare infettiva della fibrosi cistica e tosse. Importante sottolineare che i ricercatori hanno osservato dei tassi di crescita costanti in entrambi i gruppi di pazienti, risultato importante dal momento che al fibrosi cistica può determinare anche un lento accrescimento dei bambini che ne soffrono.
Lo studio: Stahl M, et al. Long-Term Impact of Lumacaftor/Ivacaftor Treatment on Cystic Fibrosis Disease Progression in Children 2 Through 5 Years of Age Homozygous for F508del-CFTR: A Phase 2, Open-Label Clinical Trial Ann Am Thorac Soc. 2024;doi:10.1513/AnnalsATS.202402-201OC