In occasione dei 40 anni del sistema sanitario nazionale, la SIFO – Società italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie ha promosso il proprio 39° congresso nazionale, svoltosi a Napoli dal 29 novembre al 2 dicembre scorso, sul tema: “40 anni di Servizio Sanitario Nazionale: il farmacista motore di salute per il futuro”, per fornire un’occasione di ripensamento e dibattito sul ruolo, le responsabilità, e le prospettive future del farmacista ospedaliero, una figura di crescente centralità all’interno del SSN.
«Nel corso di quest’anno si sono succedute occasioni di riflessione e confronto, in particolare sulla sostenibilità futura del nostro SSN a garanzia del diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione», ha sottolineato Simona Serao Creazzola, presidente SIFO, «abbiamo quindi ritenuto opportuno dedicare il nostro annuale simposio proprio a questo argomento, fondamentale per tutti noi professionisti della salute e per tutti i cittadini. Con la certezza che SIFO opererà sempre perché il SSN rimanga universalista e gratuito».
In questo appuntamento, che ha raccolto oltre 3.000 partecipanti tra farmacisti ospedalieri, medici e cittadini, farma-economisti, accademici e rappresentanti delle politiche sanitarie nazionali, e che ha registrato una massiccia partecipazione di giovani farmacisti – organizzato in quattro intense giornate di lavoro – sono stati numerosi i temi dibattuti nel corso delle otto sessioni plenarie, delle ventuno sessioni parallele e delle decine di laboratori e workshop previste.
I lavori congressuali sono partiti dalla consapevolezza che oggi la professione del farmacista delle Aziende Sanitarie ha assunto una dimensione molto più ampia, e polidimensionale, rispetto al passato; il farmacista di oggi è chiamato a svolgere un ruolo sempre più centrale e di coordinamento all’interno del sistema sanitario nazionale.
Il nuovo ruolo del farmacista ospedaliero
«Il farmacista ospedaliero è determinante nella gestione del farmaco perché ha un punto di vista privilegiato sull’intero processo. Il suo è un ruolo di sintesi perché la sua professionalità lo coinvolge nei vari passaggi: dalla logistica all’acquisizione dei prodotti, dalla definizione delle linee terapeutiche al monitoraggio di farmaci innovativi. Ritengo quindi che possa svolgere un ruolo importante nella governance del farmaco», ha sostenuto Luca Li Bassi, direttore generale AIFA.
La centralità di questa figura, in passato assimilata a quella del magazziniere dei farmaci negli ospedali, è stata ribadita più volte nel corso del congresso.
«Il farmacista pubblico, rispetto al passato, ricopre funzioni completamente diverse e sempre più centrali», ha sostenuto Paolo Francesco Maria Sacca, membro del comitato scientifico organizzatore del congresso. «Il farmacista non si limita più a curare la corretta distribuzione del farmaco, ma è responsabile della farmacovigilanza, della governance, di preparazioni sempre più complesse».
Fondamentale, dunque, appare la promozione di una formazione specifica e continua del farmacista ospedaliero, che tenga conto delle nuove sfide cui è chiamato il servizio sanitario nazionale.
«Ritengo necessario formare il farmacista clinico in ospedale e sul territorio per consolidare il ruolo dei farmacisti ospedalieri come connettori di sistema nei PDTA e nei setting assistenziali», ha concluso la presidente SIFO.
Al contempo, appare altrettanto urgente stringere un patto etico che guardi al futuro della professione, sia in termini di garanzie pensionistiche sia di un sostegno economico per gli specializzandi.
Sicurezza e lotta alla contraffazione dei farmaci
La sicurezza negli ospedali e la lotta alla contraffazione e al commercio di farmaci rubati sono stati due argomenti oggetto di una specifica sessione.
L’Ocse stima il valore del mercato dei farmaci contraffatti superiore ai 200 miliardi di dollari l’anno, secondo solo al mercato dell’abbigliamento falsificato.
Ciò che qui interessa, però, è rilevare che il fenomeno della contraffazione rappresenta prima di tutto un rischio per la salute delle persone, che, affidandosi a canali distributivi non vigilati, rischiano di assumere farmaci non sicuri (principi attivi assenti o dannosi) e talvolta pericolosi.
Se fino a una decina di anni fa il rischio veniva da farmaci venduti illegalmente, accompagnati da documenti falsi, il commercio online ha aperto il vaso di Pandora, moltiplicando le possibilità di frode alle quali è possibile far fronte solo attraverso ispezioni che i farmacisti ospedalieri possono svolgere nei confronti di farmacie territoriali, grossisti, parafarmacie e depositi.
Inoltre, sempre sul fronte della lotta alla contraffazione, un valido aiuto viene dall’hub Fakeshare, piattaforma europea dedicata alla condivisione delle informazioni relative alla contraffazione farmaceutica.
Nuove sfide tra innovazione e sostenibilità
Un tema che non poteva certo mancare è stato quello delle nuove sfide per il sistema sanitario nazionale tra innovazione e sostenibilità.
«Le disposizioni in tema di spending review a carico del Sistema Sanitario Nazionale hanno determinato la necessità di attuare interventi mirati a promuovere l’avanguardia tecnologica garantendo l’ottimizzazione delle risorse», ha precisato Francesco Cattel, segretario nazionale SIFO.
«La sfida odierna è riuscire a coniugare i successi dell’innovazione in campo farmaceutico con la sostenibilità economica, e con la finalità di garantire ai pazienti le migliori cure possibili.
Questo processo di rinnovamento con chiare connotazioni multidisciplinari ha fatto sì che la figura del farmacista ospedaliero possa proporsi come professionista ed esperto al fine di perseguire obiettivi quali: il riconoscimento delle reali innovazioni in ambito sanitario; la messa in atto di processi che garantiscano la sostenibilità del SSN; la descrizione e l’ideazione di modelli economico-sanitari per coniugare il diritto all’accesso alle cure con la reale pratica clinica».
Attualmente sono in fase di studio oltre 330 molecole e, in questo contesto, appare fondamentale un adeguato coinvolgimento dei farmacisti ospedalieri in grado di interagire con tutti i protagonisti della sanità italiana. Coniugare l’innovazione a principi di sostenibilità economica rimanda immediatamente all’Health Technology Assessment, una metodologia utilizzata per valutare le prestazioni sanitarie erogate.
«Nell’HTA il farmacista ospedaliero si pone come interlocutore in team multidisciplinari dedicati alla gestione dell’innovazione tecnologica, tutto ciò con modalità e risultati che possono dare un valore aggiunto ai decision makers che spesso devono prendere decisioni in carenza, o insufficienza, di chiare prove scientifiche», ha concluso Cattel.
Terapie personalizzate, robotica, bioprinting, stampa 3D
Un ruolo centrale dell’innovazione nel campo sanitario è poi rappresentato dall’avvento della robotica, del bioprinting, dalla stampa 3D, che oltre a incidere sui tempi di attesa per la fruizione di alcuni servizi assistenziali (tac, risonanza magnetica ecc.), potrebbero consentire la predisposizione di terapie personalizzate, alla portata di tutti.
Si pensi, per esempio, alla possibilità di “stampare” medicinali personalizzati, alla possibilità di costruire, attraverso la stampa 3D, organi indipendenti funzionanti a misura del singolo paziente; una stampa questa da affidare alle stesse strutture sanitarie pubbliche.
Insomma, è del tutto acquisito ormai il convincimento che l’innovazione tecnologica nel medicale «è correlata al miglioramento dello stato di salute e alla qualità della vita delle popolazioni nella maggior parte dei Paesi», come ha sostenuto Ugo Trama, referente nazionale SIFO rapporti con FOFI e FEDERFARMA e tutor della sessione dedicata all’innovazione.
Le nuove tecnologie svolgerebbero un ruolo importante anche per ciò che concerne il contenimento della spesa pubblica nel medio-lungo periodo.
«Ecco perché SIFO ritiene l’innovazione un percorso imprescindibile anche in un momento di crisi economica», ha aggiunto Trama. Nel nostro Paese tuttavia la diffusione di nuove tecnologie al servizio della sanità e del cittadino è ancora limitata: occorre regolamentarne l’implementazione, e al contempo puntare su percorsi adeguati di formazione del personale medico-sanitario.
Feu vert dunque all’innovazione facendosi però sempre guidare dall’HTA. Indispensabile è infatti che i dispositivi medici innovativi vengano utilizzati nei processi di cura solo se producono realmente un migliore outcome in sanità.
Antibiotico-resistenza
Un altro focus è stato dedicato all’allarmante tema dell’antibiotico-resistenza che in Italia miete circa 7.000 morti l’anno, quasi il doppio delle vittime derivanti da incidenti stradali.
Stime attendibili indicano che le infezioni contratte in pazienti ricoverati in ospedale siano tra le 500 mila e le 700 mila; le più frequenti riguardano vie urinarie, polmoniti, infezioni della ferita chirurgica, sepsi.
Come indicato dai dati del Rapporto Pit Salute 2017 la maggior parte dei casi è riconducibile a inadeguati standard di sicurezza e pulizia, dalla mancata sterilizzazione degli strumenti al cattivo uso dei guanti.
Grande importanza è stata data al PNCAR 2017-2020 e all’approccio integrato One Health proposto dal Ministero della Salute, seguendo le indicazioni della Commissione Europea. L’approccio One Health ha identificato 6 ambiti sui quali intervenire per contrastare la resistenza batterica: sorveglianza, prevenzione e controllo delle infezioni, uso corretto degli antibiotici (ivi compresa la stewardship antimicrobica), formazione, comunicazione e informazione, ricerca e innovazione, ambiti nei quali può essere determinante il ruolo del farmacista ospedaliero.
Verso una mappatura del farmacista ospedaliero
Durante le quattro giornate congressuali si è parlato anche dell’importanza dei farmaci biosimilari, una risorsa, anche in termini di riduzione della spesa, anche se permangono importanti differenze a livello di penetrazione tra regione e regione, di implementazione degli statement europei, di sperimentazione clinica e del nuovo ruolo del farmacista ospedaliero tra clinico e ricercatore, di digital health.
SIFO ha quindi proposto una mappatura nazionale e locale per definire in modo univoco l’attività del farmacista ospedaliero, in termini di efficacia assistenziale e qualità dei percorsi di cura. La mappatura rappresenta soltanto il primo tassello di un più ampio progetto, della durata di tre anni, che mira alla costruzione di un sistema di performance management per lo sviluppo della farmacia e del farmacista nelle aziende sanitarie.
Il progetto prevede un monitoraggio di realtà diverse con approfondimenti circa i diversi aspetti, dal lavoro in team multidisciplinari alla formazione, dalla presenza delle tecnologie indispensabili alle banche dati.
Alcune interviste a pazienti e altri professionisti della sanità andranno a completare il lavoro attraverso la raccolta dei riscontri sulla percezione dell’attività dei farmacisti ospedalieri e dei servizi farmaceutici.
«I contenuti scientifici del congresso sono stati d’assoluta eccellenza», ha dichiarato Adriano Vercellone, presidente del congresso, a lavori conclusi, «sia dalle sessioni plenarie che da quelle parallele sono nate proposte, si sono create nuove alleanze con altre società scientifiche e confermato collaborazioni in atto con enti sanitari, sono stati presentati e lanciati nuovi progetti. Penso che la SIFO abbia raggiunto il suo obiettivo».
Elena D’Alessandri