Contratti istituzionali di sviluppo, milestone italiane ed europee, tavoli e risorse, monitoraggio dei cantieri: è l’architettura complessa messa in campo per l’attuazione di quanto previsto dal PNRR. Molte opportunità e risorse di varia natura che dovranno essere equamente e adeguatamente spartite, evitando distribuzioni a pioggia e spreco di fondi.
Efficacia e selezione
«Uno dei problemi del nostro sistema», dichiara Sergio Dompé, executive president di Dompé Farmaceutici, «è l’efficacia: la lotta alla pandemia e la collaborazione pubblica-privato sono stati richiamati dal premier Draghi alla conclusione del G20 come fattori indispensabili per lo sviluppo futuro del Paese.
La complessità del sistema, la non capacità di farlo funziona nella maniera più adeguata e il problema delle risorse rappresentano le maggiori criticità per il raggiungimento dell’obiettivo.
Non è possibile permettersi in questo momento, in cui gli investimenti dell’industria farmaceutica in particolare quelli produttivi e ancora di più quelli produttivi sui vaccini sono stati definiti strategici, perdere investimenti, per esempio, di una società internazionale perché non si è in grado di rispondere ai tempi richiesti per gli investimenti stessi. Anche per colpa della burocrazia».
Il PNRR offre la possibilità di dare una spallata al sistema, creando dei bypass che possano ridurre, se non eliminare, i problemi della realizzazione degli investimenti, creando competitività e “premiando” l’efficacia.
«Occorre prevedere dei misuratori», continua Dompé, «in modo che le risorse non vengano più distribuite secondo una logica a pioggia, ma della selezione e su tutto il sistema: ospitalità pubblica, servizio sanitario, assistenza territoriale. Imprenditori, strutture, pubblico e privato devono misurarsi con la capacità di dare risposte ai cittadini, sia in tema di ricerca che di sanità».
È necessario rendere trasparente tutto il sistema: dell’industria privata che deve rispondere a bisogni pubblici, del sistema pubblico stesso, degli investimenti in digitale, infrastrutture e ospedali, di bandi chiari che consentano a chi ha maggiore expertise e competitività di raggiungere i risultati.
Come il DM 70
Una delle finalità della riforma dell’assistenza territoriale è avere una tassonomia e dare lettura del territorio.
«Obiettivo è arrivare alla definizione di un piano», conclude Stefano Lo Russo, direttore generale dell’Unità di Missione, «che sulla falsariga di quanto fa il DM 70 che rendiconta la rete degli ospedali, ne conosce gli hub, gli spoke, crea le reti, individua volumi, esiti allo stesso modo anche sul territorio.
Ovvero che renda riconoscibile l’assistenza territoriale e l’efficacia rispetto agli obiettivi di salute».
La trasformazione digitale, cui il PNRR destina quasi 5 miliardi a progetti anche di carattere nazionale, con l’implementazione del Fascicolo Sanitario Elettronico e la telemedicina sono fra questi.
Francesca Morelli