
Attiva soprattutto in Emilia-Romagna, la Fondazione AIACE si pone l’obiettivo di contribuire al finanziamento della ricerca in ambito oncologico, con particolare attenzione verso l’oncoematologia pediatrica e verso i giovani ricercatori, motivati a fare ricerca medica in Italia.
Tra gli strumenti messi in atto dalla Fondazione c’è anche il Premio AIACE, giunto alla sua quarta edizione. Per il 2024 sono state 15 le candidature. Il vincitore è Vincenzo Quagliarello, dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale di Napoli, il cui studio “Fasting mimicking diet in mice delays cancer growth and reduces immunotherapy-associated cardiovascular and systemic side effects” è stato pubblicato su “Nature Communication” nel 2023 (DOI: https://doi.org/10.1038/s41467-023-41066-3).
Focus dello studio sono gli effetti di una dieta mima-digiuno su topi affetti da melanoma, in associazione o meno con l’immunoterapia con anticorpi anti-OX40/anti-PD-L1. I risultati della ricerca suggeriscono che cicli regolari di dieta mima-digiuno siano più efficaci della sola immunoterapia nel ridurre la crescita tumorale.
Le menzioni speciali per il 2024
Come ogni anno, la Commissione Scientifica sceglie anche studi cui dedicare una menzione speciale.
Per l’edizione 2024 del Premio AIACE i giovani ricercatori menzionati sono cinque: Francesca Reggiani e Selene Mallia dell’IRCCS di Reggio Emilia, Martina Sarchi dell’Università di Pavia, Caterina Cascini, della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e Ilaria Vigliotta, dell’IRCCS Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna.
Le prime due menzioni sono legate ad altrettanti lavori pubblicati nel 2024: “BET inhibitors drive Natural Killer activation in non-small cell lung cancer via BRD4 and SMAD3”, di Reggiani, pubblicato su “Nature Communication” (DOI: https://doi.org/10.1038/s41467-024-46778-8) e “HELLS regulates transcription in T-cell lymphomas by reducing unscheduled R-loops and by facilitating RNAPII progression”, di Mallia, pubblicato su “Nucleic Acids Research” (DOI: https://doi.org/10.1093/nar/gkae239).
Entrambe le ricercatrici afferiscono al Laboratorio di Ricerca Traslazionale dell’IRCCS reggiano.
I due progetti reggiani
Il progetto di Francesca Reggiani pone il suo focus sul carcinoma polmonare e sulla possibilità di utilizzare dei nuovi farmaci epigenetici nel percorso di cura, ovvero le proteine BET.
«Scopo dello studio – spiega Reggiani – è stimolare una particolare popolazione di cellule immunitarie, chiamate natural killer. Queste cellule sono naturalmente presenti all’interno dell’organismo, ma spesso non sono reattive nei confronti del tumore e non riescono a difendere l’organismo da esso.
I risultati dello studio, che ha analizzato i campioni di 53 pazienti affetti da tumore polmonare, hanno invece dimostrato che l’attività di queste cellule immunitarie contro il tumore può essere ripristinata e potenziata proprio grazie ai farmaci epigenetici».
Il lavoro di Selene Mallia si concentra, invece, su forme rare di linfomi anaplastici a cellule T, patologie tumorali che colpiscono soprattutto uomini a partire dai 34 anni di età.
«Il nostro studio – spiega la ricercatrice – pone l’attenzione su una proteina chiamata HELLS che controlla il DNA e che è alterata in molte forme di tumore, tra cui il Linfoma Anaplastico. Con questo lavoro abbiamo identificato un doppio, e finora inedito, meccanismo di azione di HELLS, aprendo nuove e promettenti possibilità terapeutiche per questi tumori che ancora si caratterizzano per l’elevata aggressività e carenza di terapie».
Fonte: CS Fondazione AIACE