Antibiotico resistenze, ultime Raccomandazioni AIFA

L’antibiotico resistenza è un fenomeno globale che mette a dura prova i sistemi sanitari. Concorre alla sua pericolosità anche la grande mobilità tra i popoli, che consente a ogni nuovo ceppo resistente di diffondersi rapidamente.
Per questo, si dice che anche la soluzione a questo problema deve essere globale. Gli ingredienti sono un uso sempre più consapevole degli antibiotici, quando possibile a stretto spettro, a tutti i livelli: ospedale, territorio e salute animale.

In occasione dell’ultima giornata dedicata all’antibiotico resistenza AIFA ha pubblicato le sue ultime raccomandazioni, dal titolo “Terapia mirata delle infezioni causate da batteri gram negativi resistenti a multipli antibiotici nei pazienti ospedalizzati”.

Il documento prende in considerazione, in particolare, le infezioni causate da Pseudomonas spp difficile da trattare, Enterobacterales e Acinetobacter baumanii resistenti ai carbapenemi ed Enterobacterales resistente alle cefalosporine di terza generazione (3GCRE). Si tratta di batteri che, spesso, interessano il tratto urinario e che vengono isolati nei contesti ospedalieri italiani.
In alcuni casi, questi microbi possono determinare infezioni anche in siti differenti, come la cute e i tessuti molli, colpendo intestino, polmoni, sistema nervoso e generando, alle volte, anche fenomeni di vera e propria sepsi.

Elaborato dal Gruppo di lavoro multidisciplinare CTS AIFA-OPERA (Ottimizzazione della PrEscRizione Antibiotica), costituito nel 2021 per supportare l’Agenzia nella promozione dell’uso ottimale degli antibiotici, queste raccomandazioni forniscono per ogni situazione più opzioni terapeutiche capaci di contrastare il diffondersi della antibiotico-resistenza.

Le opzioni sono differenziate in prima e seconda scelta, privilegiando gli antibiotici a più basso impatto ecologico secondo la classificazione AWARE dell’OMS.

La metodologia usata si chiama a GRADE Adolopment e prevede la valutazione di tutti i documenti di linee guida o raccomandazioni di esperti e degli studi randomizzati non ancora incluse nelle raccomandazioni precedenti. Per fare un esempio, per le infezioni urinarie non gravi causate da Escherichia coli resistente alle 3GCRE gli esperti raccomandano di utilizzare in prima istanza nitrofurantoina o fosfomicina trometamolo, mentre se sono causate da altri Enterobacterales, meglio usare cotrimossazolo, amikacina, gentamicina, amoxicillina clavulanato, levofloxacina e ciprofloxacina.

Per ogni antibiotico viene fornita indicazione di dose e durata del trattamento, calcolati su un individuo senza problemi renali. Per alcune infezioni, come quelle complicate da Enterobacterales resistenti alle 3GCRE, il documento fornisce anche alternative da utilizzare qualora la prima e la seconda scelta non fossero disponibili. Questa la struttura base del documento. Quello delle infezioni da batteri resistenti è un serio problema a livello ospedaliero e territoriale.

Come riportato dal Ministero della Salute, i batteri resistenti rappresentano il 75% delle cause di infezioni correlate all’assistenza che, a loro volta, causano ogni anno in Europa 37.000 decessi attribuibili, 110.000 decessi per i quali l’infezione è una concausa e 16 milioni di giornate aggiuntive di degenza. Il costo è quindi altissimo, dal punto di vista sia umano sia sanitario.

Stefania Somaré