Lauri Lindgren subentra a Soren Giese (designato alla guida dei Paesi sudamericani) alla guida di Amgen Italia.
Finlandese, 52 anni, Lindgren – Master of Science in Pharmacy all’Università di Helsinki – lavora dal 2009 in Amgen e ha un’esperienza diversificata nelle più importanti aree di attività dell’azienda, dal marketing al government affairs, avendo ricoperto incarichi di responsabilità in Amgen Europe e nelle filiali di Finlandia, Svezia e Austria, dove è stato general manager da luglio 2019 a oggi.
«Assumere la guida di una realtà tanto importante per Amgen come quella italiana è per me, allo stesso tempo, un onore e una grande sfida», ha dichiarato Lindgren. «Assistiamo a grandi cambiamenti a livello globale ed europeo che aprono scenari impegnativi come la gestione delle cronicità, l’assistenza territoriale, lo sviluppo di terapie sempre più mirate, la sostenibilità.
Sono solo alcuni dei grandi temi che Amgen contribuirà ad affrontare anche in Italia portando la propria innovazione e collaborando con istituzioni, associazioni pazienti e professionisti sanitari.
Ringrazio fin d’ora la squadra che mi affiancherà e insieme alla quale cercherò di promuovere la passione e la cultura dell’Azienda, sempre attenta alle urgenze dei pazienti e al dialogo con il sistema sanitario».
L’Italia è per Amgen il terzo mercato europeo e il sesto a livello mondiale. L’azienda, che nel nostro Paese conta circa 300 dipendenti, ha una posizione di riferimento sia nel settore dei farmaci biotecnologici innovativi che in quello dei biosimilari ed è attivamente coinvolta nei programmi globali di ricerca e sviluppo farmaceutico in importanti aree terapeutiche come oncologia, ematologia, cardiovascolare, malattie infiammatorie, fragilità ossea, nefrologia.
Una delle sfide che attendono il nuovo amministratore riguarda anche l’impegno sul fronte della sostenibilità e dell’inclusività, che vede già oggi Amgen all’avanguardia grazie a obiettivi ambiziosi volti a raggiungere la carbon neutrality entro il 2027, e politiche di inclusione che hanno portato la filiale italiana a un personale costituito per oltre la metà da donne e a una quota di management femminile superiore al 50%.