Si accende una speranza per le persone con malattia di Alzheimer. Potrebbe, infatti, essere a breve disponibile un nuovo farmaco, donanemab, anticorpo monoclonale mirato alla placca amiloide, sviluppato dai ricercatori di Eli Lilly.
La molecola è stata testata in uno studio di fase 3 chiamato Trailblazer-Alz 2, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, condotto su 1.182 pazienti, uomini e donne, di età compresa tra i 60 e gli 85 anni, con patologia sintomatica, che mostravano decadimento cognitivo lieve (mild cognitive impairment) e un livello intermedio di proteina tau nel cervello, un biomarcatore predittivo della progressione della malattia.
Risultati incoraggianti
I partecipanti alla sperimentazione sono stati divisi in due gruppi: uno ha ricevuto il medicinale, l’altro il placebo. Il primo gruppo ha evidenziato, rispetto al secondo, un rallentamento del declino del 35% nell’Integrated Alzheimer’s Disease Rating Scale e un rallentamento del declino del 36% in 18 mesi nel Clinical Dementia Rating Sum of Boxes.
Ulteriori analisi hanno evidenziato che il 47% dei pazienti trattati con donanemab non ha mostrato alcuna diminuzione del Clinical Dementia Rating Sum of Boxes a un anno rispetto al 29% dei pazienti trattati con placebo.
Inoltre, i partecipanti che hanno ricevuto il principio attivo hanno registrato il 40% in meno di declino della capacità di svolgere le attività quotidiane (gestione delle finanze, guida dell’auto, hobby, conversazione su temi di attualità) a 18 mesi, come misurato dall’Alzheimer’s Disease Cooperative Study – Instrumental Activities of Daily Living Inventory, e hanno mostrato un rischio inferiore del 39% di progredire allo stadio successivo della malattia rispetto al placebo.
Pazienti in fase avanzata di malattia
La sperimentazione ha arruolato anche 554 pazienti con livelli elevati di tau, cioè in una fase più avanzata della patologia. Poiché i ricercatori prevedevano che questi assistiti progredissero più rapidamente e rispondessero meno alla terapia, hanno scelto come popolazione target per lo studio i pazienti con livelli intermedi di tau.
Tuttavia, hanno poi incluso i malati con i due livelli di tau, intermedio ed elevato, in un’ulteriore analisi che ha coinvolto in totale 1.736 assistiti.
Anche in questo studio, donanemab ha mostrato risultati positivi significativi, sia nell’Integrated Alzheimer’s Disease Rating Scale, sia nel Clinical Dementia Rating Sum of Boxes.
Riduzioni della placca amiloide
Oltre a rallentare il declino cognitivo e funzionale, donanemab ha prodotto riduzioni significative della placca amiloide già sei mesi dopo l’inizio del trattamento, come osservato tramite la Pet. In particolare, il 34% dei partecipanti con livelli intermedi di tau ha raggiunto la clearance dell’amiloide dopo sei mesi e il 71% dopo un anno.
«La placca amiloide è una caratteristica determinante della malattia di Alzheimer e i risultati della sperimentazione corroborano la correlazione tra la rimozione della placca e un beneficio nelle persone con la patologia», ha affermato Eric Reiman, amministratore delegato di Banner Research, uno dei siti di ricerca coinvolti nello studio.
Effetti collaterali
gli effetti avversi del principio attivo si annoverano gonfiore temporaneo in una o più aree del cervello e microemorragie o siderosi superficiale.
Nel gruppo più ampio di trattamento con donanemab, il gonfiore si è verificato nel 24% dei casi: di questi, il 6,1% ha manifestato sintomi come vertigini, cefalea, svenimento. Microemorragie o siderosi si sono, invece, presentate nel 31,4% dei casi nel gruppo donanemab e nel 13,6% nel gruppo placebo.
La maggior parte degli eventi avversi è stata lieve o moderata, ma non sono mancati effetti gravi, che hanno provocato il decesso di tre pazienti. Reazioni correlate all’infusione sono avvenute nell’8,7% dei partecipanti, con una entità lieve o moderata.
I risultati completi della ricerca saranno presentati al congresso internazionale dell’Alzheimer’s Association a luglio 2023 e successivamente pubblicati su una rivista sottoposta a peer review.
Altri studi in corso
Nel 2021 sono stati già pubblicati sul New England Journal of Medicine i risultati dello studio di fase 2 Trailblazer-Alz, mentre nel 2022, alla 15ᵃ Clinical Trials on Alzheimer’s Disease conference, sono stati presentati i dati di Trailblazer-Alz 4, il primo studio di confronto attivo nella malattia di Alzheimer sintomatica iniziale.
Nel frattempo, i ricercatori stanno continuando a testare donanemab in vari studi, tra cui Trailblazer-Alz 3, dedicato alla prevenzione della malattia sintomatica nei pazienti con patologia preclinica; Trailblazer-Alz 5, incentrato sulla malattia sintomatica precoce; Trailblazer-Alz 6, mirato a limitare gli effetti avversi del medicinale attraverso nuove sequenze di imaging, biomarcatori nel sangue, diversi dosaggi.