Aifa rende disponibili anakinra, baricitinib, sarilumab per il trattamento del Covid

In principio ci fu tocilizumab, un anticorpo monoclonale che neutralizza l’interleuchina 6. Oggi a questo medicinale si aggiungono, per il trattamento del Covid in pazienti ospedalizzati con polmonite e necessità di supporto respiratorio, anakinra, baricitinib e sarilumab.

Lo ha stabilito la Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) nella riunione straordinaria dello scorso 23 settembre, dopo avere valutato le nuove evidenze sull’impiego contro Sars-Cov-2 dei tre farmaci, attualmente autorizzati per altre indicazioni. Una decisione a cui è seguito, il 28 settembre, il via libera all’inserimento nell’elenco dei medicinali a carico del SSN.

L’approvazione da parte dell’agenzia regolatoria ha così ampliato le opzioni terapeutiche contro il nuovo Coronavirus, scongiurando nel contempo l’eventualità che la carenza di tocilizumab o di uno di questi farmaci possa avere un impatto negativo sulle possibilità di cura. Ecco una sintesi del profilo delle tre molecole descritto nei documenti della Commissione.

Anakinra

È un antagonista del recettore dell’interleuchina 1, autorizzato per la terapia di artrite reumatoide, sindromi febbrili periodiche, sindromi periodiche associate alla criopirina, febbre mediterranea familiare, malattia di Still. Impiegato nel trattamento del Covid, questo farmaco contrasta lo stato di iper-infiammazione.

Il dosaggio raccomandato è pari a 100 milligrammi somministrati tramite iniezione sottocutanea una volta al giorno per dieci giorni. Tra le avvertenze, si annoverano neutropenia e infezioni gravi, oltre a eventi epatici. Non è consentita la somministrazione con inibitori delle interleuchine o con altri Jak-inibitori e non è consigliato il trattamento concomitante con antagonisti del Tumor necrosis factor (Tnf) alfa.

Baricitinib

Si tratta di un inibitore selettivo e reversibile di janus chinasi (Jak) 1 e 2, enzimi intracellulari coinvolti nella trasmissione del segnale di citochine e fattori di crescita, implicati nella risposta immunitaria.

Autorizzato per il trattamento dell’artrite reumatoide e della dermatite atopica risulta utile nei pazienti con Sars-Cov-2 perché è in grado di ridurre la risposta infiammatoria e di frenare l’elevata produzione del recettore Ace2, necessario al virus per penetrare nelle cellule. Il dosaggio è 4 milligrammi per via orale una volta al giorno per un massimo di 14 giorni. Il farmaco è controindicato in caso di neutropenia e infezioni gravi, eventi epatici, diverticolite e perforazione gastrointestinale, tromboembolismo venoso.

Non è consentita la somministrazione con inibitori delle interleuchine o con altri Jak-inibitori e non è raccomandata l’assunzione con farmaci antireumatici biologici modificanti la malattia, con biologici immunomodulanti e con antagonisti del Tumor necrosis factor (Tnf) alfa.

Sarilumab

Come tocilizumab, è un anticorpo monoclonale umano in grado di bloccare il recettore dell’interleuchina 6, impedendo così gli effetti negativi della cascata infiammatoria. Già approvato per la terapia dell’artrite reumatoide, può essere impiegato per il trattamento del Covid al dosaggio di 400 milligrammi, da somministrare tramite infusione endovenosa della durata di almeno 60 minuti.

La molecola, che non può essere assunta insieme con inibitori delle interleuchine o con altri Jak-inibitori, è controindicata in pazienti con infezioni, tubercolosi, neutropenia e piastrinopenia, ulcerazione intestinale o diverticolite pregressa, epatopatia e compromissione epatica.

Uno dei primi studi che ha messo in luce l’utilità di questa molecola contro il Covid grave è stato, tra l’altro, condotto in Italia, a Napoli, all’Azienda ospedaliera dei Colli e all’Istituto nazionale tumori Pascale, e pubblicato nel 2020 sul Journal for Immunotherapy of Cancer.

Paola Arosio