Aiceo, modelli di empowerment nel sistema-salute

Sinergia tra pubblico e privato, discipline scientifico-tecnologiche, digitalizzazione, telemedicina, analisi dei big data. Sono questi gli argomenti di cui si è discusso durante il convegno “Generazione futuro: nuovi modelli di empowerment nel sistema-salute”, organizzato dal tavolo Salute dell’Associazione Italiana Chief Executive Officer (Aiceo), nata nel 2011 per promuovere il confronto, condividere esperienze, individuare soluzioni sui temi dell’impresa e del sistema-Paese.

«Il comparto delle life science è al primo posto tra i settori industriali in Italia per open innovation e accordi di innovazione con università e centri pubblici di ricerca. Vanta, inoltre, la quota maggiore di personale laureato rispetto alla media dell’industria ed è all’avanguardia anche su formazione e coinvolgimento delle nuove generazioni», è stata la riflessione di Marcello Cattani, coordinatore del tavolo Salute di Aiceo, presidente di Farmindustria e presidente e amministratore delegato di Sanofi Italia.
Nel settore il valore della produzione è di 34,4 miliardi di euro, con 3,1 miliardi destinati agli investimenti, 1,7 a ricerca e sviluppo, 1,4 a impianti di produzione.

Servono tecnologie e soluzioni digitali

«Il nostro servizio pubblico, un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo, è stato messo a dura prova sia dalla pandemia sia dalla cronica scarsità di risorse disponibili. Affinché possa recuperare efficienza, il che significa anche sostenibilità economica e maggiori servizi per i cittadini, vanno sviluppate nuove tecnologie e soluzioni digitali», sostiene Paola Corna Pellegrini, presidente di Aiceo.

In tale ottica, è fondamentale che «venga colmato il gap tra le competenze richieste dalle aziende e quelle offerte dal mercato del lavoro. È, quindi, essenziale indirizzare sempre più i giovani a seguire gli studi Stem».

Mancano competenze adeguate

Sulla scia di questa questione interviene Alessandro Testa, direttore di Jefferson Wells Italia, azienda dedicata a ricerca e selezione di senior ed executive manager, che fornisce alcuni dati.
«Il 47% delle aziende italiane dichiara di avere difficoltà a trovare competenze adeguate, un tasso che aumenta fino all’80% nelle imprese di grandi dimensioni.
Per questo è necessario puntare sul capitale intellettuale come asset decisivo per la crescita, migliorare la capacità dell’Italia di trattenere e attrarre talenti, favorire l’apprendimento continuo delle persone già impiegate».

Bisogna puntare sulle donne

In questo contesto, è più che mai importante puntare sulle donne, colmando un gap di genere dannoso e anacronistico.
«Per incentivare e promuovere una cultura digitale in sanità occorre coinvolgere le donne, che nel comparto rappresentano il 70% della forza lavoro e che, se formate adeguatamente, potrebbero essere il motore del cambiamento», conclude Paola Testori Coggi, special advisor del National Technological Cluster on Life Sciences e vicepresidente dell’associazione Donne Leader in Sanità.

Paola Arosio