SLA, studio di nuovi marcatori con approccio multiomico

Al centro di uno studio finanziato dall’Amyotrophic lateral sclerosis Association con 943 mila dollari c’è il nuovo farmaco IFB-088, un inibitore del complesso fosfatasi PPP1R15A/PP1c che si è già dimostrato efficace contro la sclerosi laterale amiotrofica in studi su animale, mentre su uomo esiste uno studio di fase I che ne dimostra un buon profilo di sicurezza.

Il farmaco è multifunzionale e agisce contrastando tre dei meccanismi fisiopatologici alla base della SLA: aggregazione proteica, stress ossidativo ed eccitotossicità del glutammato. Partner in questa nuova avventura scientifica sono da una parte l’Irccs Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano e dall’altra l’azienda InFlectis BioScience. Il reclutamento dovrebbe essere completato entro la fine di gennaio tanto in Francia quanto in Italia, per avere poi i risultati entro la fine del 2024.

Tipologia e finalità dello studio

Dati i buoni risultati ottenuti dallo studio di fase I, il lavoro prosegue con uno studio randomizzato in doppio cieco di fase II che coinvolge 50 pazienti affetti da SLA a esordio bulbare. L’intento è di confrontare gli effetti ottenuti con un trattamento di 6 mesi di IFB-088 e riluzolo da una parte con quelli raggiunti con un trattamento con placebo più riluzolo.

Al momento lo standard di cura in Europa prevede proprio l’uso di IFB-088 e riluzolo. Giuseppe Lauria Pinter, direttore scientifico dell’Irccs Besta che collabora con Inflectis per lo studio, sottolinea: «questo studio indaga in primo luogo i pazienti affetti da SLA a esordio bulbare che è riconosciuta come l’espressione più devastante della malattia. Utilizza una molecola che ha come bersaglio meccanismi fisiopatologici chiave e siamo fiduciosi che confermerà i risultati positivi ottenuti da un precedente studio che abbiamo pubblicato su Brain due anni fa».

Quello citato da Lauria Pinter è uno studio clinico di fase II in cui si confrontava l’efficacia della combinazione riluzolo e guanabenz contro l’uso del solo riluzolo. Gli esiti erano stati positivi. La speranza è che la nuova combinazione consenta di ottenere risultati anche migliori. Lo studio si pone anche lo scopo di individuare nuovi marcatori di risposta terapeutica, per valutare se IFB-088 possa essere utile anche nel trattare pazienti con profili differenti da quelli inclusi in questo lavoro.

 

Alcuni numeri della SLA

La stima attuale è che in Italia siano oltre 6000 le persone affette da SLA, mentre sarebbero circa 2000 quelle che ogni anno ricevono diagnosi di malattia. I numeri, offerti dall’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica sono però aggiornati al 2020.
La distribuzione è differente lungo lo stivale, anche in base alla popolazione delle singole Regioni: la Lombardia è quella con più malati, quasi 1000, mentre la meno colpita sembra essere la Valle d’Aosta, con soli 13 pazienti.

La Lombardia è la Regione più popolosa d’Italia, con 9.976.509 residenti, mentre la Valle D’Aosta la meno popolosa, con 123.130 residenti. L’incidenza della SLA si aggira su 2-2.5 casi ogni 100.000 abitanti, mentre la sua prevalenza è di 6-8 malati ogni 100.000 abitanti. Età di esordio tra i 60 e i 69 anni negli uomini e oltre i 69 anni nelle donne. Nel 92% dei casi la SLA è sporadica, mentre nel 7% ha un’origine ereditaria.

Il restante 1% è rappresentato dalla SLA di Guam, isola della Micronesia. Interessante ricordare anche i fattori di rischio, per lo più genetici; si è però osservato che i calciatori, gli agricoltori e i vigili del fuoco sono più predisposti di altre categorie a sviluppare la SLA. Inoltre, sembrano essere coinvolti anche i campi elettromagnetici, il fumo, l’uso di acqua contaminata dal selenio e l’uso di alimenti neurotossici ricchi di glutammato.