Vancomicina e cure intensive: quale il ruolo del farmacista ospedaliero?

La presenza del farmacista ospedaliero migliora il monitoraggio della dose minima del farmaco e ne aumenta l’efficacia terapeutica, riducendo gli eventi avversi.

La vancomicina è un antibiotico riconosciuto efficace contro le infezioni da batteri gram-positivi resistenti agli antibiotici beta-lattamici e risulta efficace anche contro infezioni da Stafilococco, anche sostenute da ceppi meticillino-resistenti: agisce per esempio nelle endocarditi, polmoniti, osteomieliti e anche nella setticemia. Il farmaco viene spesso utilizzato anche in pazienti allergici o intolleranti ai farmaci beta-lattamici.

Per queste sue caratteristiche viene spesso utilizzata in Terapia Intensiva, sebbene sia da utilizzare cautela in soggetti con patologia renale. Per risultare efficace è inoltre necessario effettuare un monitoraggio della sua concentrazione nel corpo, che deve restare sempre sopra soglia minima. Dati di letteratura indicano però che non sempre la fase di monitoraggio è adeguata ed efficace.

Per questo un team di ricerca del Dipartimento di Farmacologia della Erciyes University di Talas, in Turchia, ha condotto uno studio retrospettivo per valutare l’efficacia di un intervento guidato dal farmacista ospedaliero per migliorare il monitoraggio della dose di vancomicina in pazienti ricoverati in Terapia Intensiva. Nello studio sono stati inseriti 137 pazienti di età superiore ai 18 anni e sottoposti a terapia intravenosa con vancomicina per almeno 3 giorni.

I pazienti dovevano essere stati sottoposti almeno a una misurazione di livello minimo di vancomicina per poter accedere allo studio. Gli autori si sono quindi concentrati sull’appropriatezza del processo di monitoraggio, utilizzando come linee guida i criteri per il monitoraggio della vancomicina definiti dall’American Society of Health-System Pharmacists.

I risultati dello studio

Il numero di valutazioni di livello minimo di vancomicina effettuate nel campione sono 238, il 32,4% delle quali eseguite a un tempo inappropriato: ciò determina sospensione della dose efficace, aggiustamenti terapeutici errati e, in ultima analisi, fallimento della terapia.

I pazienti seguiti con il protocollo di monitoraggio della vancomicina introdotto nell’ospedale di riferimento dai farmacisti ospedalieri hanno però una migliore gestione della dose efficace, che resta sempre nel range terapeutico, pari a 10–20 µg/mL.

Lo studio dimostra, quindi, che il coinvolgimento del farmacista ospedaliero nella gestione della vancomicina in Terapia Intensiva può favorire il mantenimento della dose attiva nel paziente, riducendo di conseguenza il rischio di reazioni avverse e favorendo l’efficacia del trattamento. Questo non è certo il primo studio che si concentra sulla vancomicina e sul suo monitoraggio e conferma alcuni dati. 

Studio: Dinçel S, Demirpolat E. Evaluation of the appropriateness of vancomycin therapeutic drug monitoring in the intensive care unit with a clinical pharmacy approach, a cross-sectional study. Eur J Hosp Pharm. 2024 Jun 4:ejhpharm-2023-004073. doi: 10.1136/ejhpharm-2023-004073. Epub ahead of print. PMID: 38834285.