Trattare l’osteomielite con la dexmedetomidina

Secondo un recente studio, il farmaco sarebbe efficace su Staphylococcus aureus, riducendo lo stress cellulare e l'infiammazione e favorendo l'osteogenesi. Individuata la dose efficace.

L’osteomielite è una infezione delle ossa che colpisce prevalentemente bambini di genere maschile ed età inferiore ai 5 anni, almeno nei Paesi sviluppati, dove l’incidenza è stimata in 13 casi ogni 100 mila soggetti. Altra fascia della popolazione a maggior rischio di contrarre l’osteomielite è quella degli anziani, per via della fragilità; esistono tuttavia casi anche nell’età adulta. Questa infezione può essere sia acuta sia cronica.

Uno studio, condotto dall’Università di Ankara (Turchia) e pubblicato su BMC Musculoskeletal Disorders valuta gli effetti di un farmaco ad azione analgesica e sedativa, la dexmedetomidina, nel trattare l’osteomielite da Staphylococcus aureus. Il farmaco viene testato in laboratorio su una cultura cellulare, in quanto dotato di proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antiapoptosi.

Lo studio

I ricercatori dello studio sono partiti dalla linea cellulare SaOS-2, derivata dall’osteosarcoma umano, differenziati per assumete un fenotipo tipico degli osteociti durante un processo di 28 giorni. Le cellule così ottenute sono state infettate con Staphylococcus aureus e successivamente trattate con la dexmedetomidina in dosi differenti per individuare quella adatta al trattamento e capace di minimizzare gli effetti citotossici del farmaco.

Punto di partenza sono state 10 µM, mentre negli esperimenti successivi sono state usate dosi da 5, 2, 1, 0,3 e 0,1 µM. Gli autori hanno utilizzato diversi test per valutare l’azione del farmaco, a partire dalla valutazione dell’attività metabolica cellulare con il saggio WST-1 per determinare la citossicità.
Sono stati poi misurati i livelli di specie ROS e di citochine infiammatorie nel medium di cultura e, infine, sono stati misurati i marker osteogenetici di guarigione ossea, ovvero BMPR1A, BMPR1B e MMP2.

La dose ottimale è di 5 µM di dexmedetomidina

Le osservazioni degli autori sono le seguenti: una dose inferiore a 1 µM non interferisce con la vitalità cellulare, mentre dosi da 2,5 e 10 µM riducono il conteggio cellulare, anche se una dose maggiore o uguale a 5 µM riduce i livelli di specie ROS e di citochine infiammatorie in circolo, in maniera tempo dipendente.

Per quanto riguarda, invece, l’effetto sull’infezione batterica, gli autori hanno scoperto che una dose di 5 µM riesce a determinare una lieve riduzione della carica batterica da Staphylococcus aureus, di fatto dimostrandosi un potenziale farmaco da usare su pazienti con osteomielite. La dose terapeutica, inoltre, riduce lo stress cellulare e l’infiammazione, così da favorire l’osteogenesi.

Studio: Kocaoğlu, M.H., Çubukçuoğlu Deniz, G., Aras-Tosun, D. et al. Evaluating the antimicrobial and anti-inflammatory mechanisms of dexmedetomidine in managing bone infection: a laboratory perspective. BMC Musculoskelet Disord 26, 319 (2025). https://doi.org/10.1186/s12891-025-08555-6