Il tumore al seno con fenotipo ER+ e HER2- è certamente il più diffuso, rappresentando circa l’80% di tutti i casi.
Circa il 40% di questi tumori, inoltre, presenta una mutazione in PIK3CA, gene che codifica per la proteina fosfoinositide 3-chinasi (PI3K), coinvolta nella crescita cellulare. La presenza di questa mutazione rende la prognosi spesso negativa.
L’Unione Europea ha approvato inavolisib, un farmaco per questa forma di tumore alla mammella, soprattutto se localizzato e in fase avanzata o se in fase metastatica.
Si tratta della prima terapia che usa PI3K come target terapeutico. L’approvazione arriva in seguito agli esiti dello studio INAVO120, di fase III, randomizzato e in doppio cieco.
Lo studio NAVO120
Lo studio INAVO120 ha coinvolto 325 pazienti con tumore al seno ER+, HER2- e con mutazione in PIK3CA, con storia di ricorrenza di malattia o progressione nei 12 mesi successivi alla terapia endocrina adiuvante.
I pazienti sono stati divisi in due gruppi: 161 nel gruppo di studio che ha assunto il farmaco sotto studio, inavolisib, in associazione con altri due antitumorali, palbociclib e fulvestrant; 164 nel gruppo di controllo, che ha assunto un placebo insieme alla combinazione palbociclib e fulvestrant.
Gli autori hanno valutato la sopravvivenza generale, oltre a dati di efficacia e sicurezza. I follow-up medio dei pazienti è di 34,2 mesi per il gruppo di studio e di 32,3 mesi per il gruppo di controllo.
Questi alcuni dei risultati: la sopravvivenza generale è stata di 34 mesi per i pazienti del gruppo di studio e di 27 per quello di controllo, il che significa una riduzione del rischio di peggioramento del 33%.
Questo dato si aggiunge a quello di uno studio precedente, sempre inerente a INAVO120, riguardante la sopravvivenza libera da progressione, aumentata del 57% nel gruppo di studio rispetto a quello di controllo.
Questi i dati di risposta alla terapia con palbociclib e fulvestrant: la sopravvivenza risulta essere del 62,7% nei pazienti che hanno assunto inavolisib, contro il 28% di quelli che hanno assunto un placebo.
Per quanto riguarda la sicurezza, l’uso di inavolisib ha portato a un numero maggiore di casi di iperglicemia, stomatiti o infiammazioni della mucosa buccale, effetti tossici gastrointestinali e oculari, rispetto all’uso del placebo.
Il farmaco è ancora migliorabile
L’approvazione europea si unisce a quella già avvenuta in USA, Svizzera, Canada, Cina e Australia e offre ai clinici una terapia di prima linea adatta a molti dei pazienti con tumore al seno.
Perché il trattamento possa dare effetti ancora più interessanti occorre procedere con l’uso di test molecolari precoci, capaci di identificare le mutazioni che rispondono al nuovo farmaco.
Roche si concentra ora sul miglioramento del farmaco, per esempio per ottimizzarne la gestione metabolica e ridurre i casi di iperglicemia. Si lavora, inoltre, sul monitoraggio a lungo termine della sopravvivenza globale e sullo sviluppo di sequenze terapeutiche integrate.
Infine, gli studi ancora in atto potranno testare l’uso del farmaco in pazienti con forme tumorali meno avanzate.



