I risultati del Centro Nazionale di Terapia Genica e Farmaci RNA

Finanziato nell’ambito della Missione 4, Componente 2, del PNRR con 320 milioni euro, il Centro Nazionale di Terapia Genica e Farmaci RNA si compone di 49 realtà, tra cui 32 università e 13 aziende private.

Il Centro, voluto dall’Università di Padova, ha da poco presentato i risultati raggiunti in questi tre anni: 95 progetti finanziati tramite i bandi a cascata, 500 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali, 25 brevetti depositati, 10 startup, 17 nuove iniziative imprenditoriali in fase di sviluppo, 34 progetti di trasferimento tecnologico già avviati e la costruzione di una rete d’eccellenza che valorizza il Mezzogiorno e la parità di genere.

Sono 1700 le persone coinvolte nel progetto, delle quali 700 di nuova assuzione. Il 65% del campione è composto da donne.

In un contesto in cui si sente spesso denunciare il mancato utilizzo dei fondi stanziati dal PNRR, il Centro può vantare di aver già usato il 70% delle risorse, il 42% delle quali nel Sud Italia.

Un ecosistema virtuoso

Lo sguardo aperto sul futuro che caratterizza questo centro si può vedere anche nella scelta di favorire l’inserimento lavorativo al proprio interno di giovani ricercatori: ciò è stato possibile anche grazie alla collaborazione con Fondazione Emblema.

Tra gli operatori che lavorano al progetto di sviluppo di terapie geniche e a base RNA ci sono quindi 170 dottorandi, oltre a numerosi assegnisti e ricercatori. Il ventro ha anche avviato nel quartiere Scampia di Napoli la PharmaTech Academy dove, al momento, si sono già formati 46 giovani con talento in aree specifiche, tra cui sviluppo farmaceutico, intelligenza artificiale e normative GMP.

Spiega Rosario Rizzuto, presidente del Centro e professore ordinario di Patologia Generale e direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova: «il Centro Nazionale ha attivato un ecosistema virtuoso capace di generare nuove conoscenze, opportunità per i giovani ricercatori e soluzioni concrete per la salute.
Con oltre il 70% delle risorse già impegnate e un forte impatto nel Mezzogiorno, stiamo contribuendo a rafforzare il ruolo dell’Italia come protagonista nella medicina del futuro e facendo in modo che l’industria non si confronti più con singoli ricercatori, ma con sistemi strutturati e integrati in grado di collaborare e comunicare in modo efficace.

La nostra sfida non è solo capire quali RNA ci servono per trattare una cellula malata, ma anche come farli arrivare agli organi, al sistema nervoso, o al tumore, rendendoli dei veri farmaci mirati. Questo lavoro richiede strumenti e vettori sempre più sofisticati e continua innovazione, solo rafforzando il modello di collaborazione tra pubblico e privato sarà possibile garantire al Centro di proseguire nella sua missione».

Importanza delle collaborazioni internazionali

L’obiettivo di porre l’Italia al centro dell’innovazione medica è già avviato, in Europa e nel mondo, grazie alle collaborazioni internazionali.

Il Centro ha all’attivo una collaborazione con la Monash University di Melbourne e una serie di missioni istituzionali, in Giappone, Stati Uniti e Cina.

Tra gli obiettivi raggiunti nei tre anni di lavoro possono essere contati anche il potenziamento di diverse struttura già esistenti, come: la Facility GMP dell’Università di Napoli Federico II, il Gene Therapy Center dell’Ospedale Bambino Gesù, l’Istituto San Raffaele Telethon, la Fondazione Tettamanti, il Clinical trial center di fase 1 Terapia genica dell’Università di Modena e Reggio Emilia, il RECAS Big Data Center dell’Università di Bari, la piattaforma automatizzata per lo screening di farmaci RNA su organoidi dell’Università di Padova, i Laboratori TT e DRUG delivery e omiche dell’Università Federico II, il Centro di Competenza per la farmacologia farmaci RNA dell’Università di Milano.

Fonte: CS Centro Nazionale per lo Sviluppo di Terapia Genica e Farmaci a RNA