Grazie all’avvento di specifiche terapie antiretrovirali la sopravvivenza dei pazienti infettati da HIV è ormai quasi sovrapponibile a quella di pazienti non infetti. In molti pazienti questi farmaci riescono infatti ad abbassare la carica virale fino ad annullarla, consentendo una vita di ottima qualità, anche nei rapporti sociali. Se avviate per tempo, inoltre, queste terapie possono evitare lo sviluppo della patologia conclamata.
Tuttavia, meno del 23% dei 532 pazienti notificati per aver ricevuto una nuova diagnosi di AIDS nel 2023 aveva già iniziato la terapia antiretrovirale. Una diagnosi tempestiva di infezione da HIV, seguita dal percorso terapeutico più adeguato al caso, è di fondamentale importanza non solo per garantire una buona qualità di vita a questi soggetti, ma anche per ridurre l’impatto economico della malattia sui sistemi sanitari.
Molti Paesi che stanno cercando soluzioni strategiche per efficientare le terapie antiretrovirali, migliorare l’aderenza terapeutica dei pazienti e gestire al meglio le risorse disponibili. Questo l’obiettivo di uno studio olandese pubblicato su “Journal of Antimicrobial Chemotherapy”.
L’algoritmo
Nel panorama degli agenti antiretrovirali focalizzati sul virus HIV ci sono farmaci più o meno costosi. Obiettivo del team di ricerca olandese è valutare l’efficacia di un apposito algoritmo nel valutare gli antiretrovirali di pari efficacia, ma a costo inferiore, per suggerirli al clinico, così da modificare il regime terapeutico del paziente senza risvolti negativi sull’andamento della malattia, ottenendo un risparmio economico.
Lo studio è stato condotto all’interno di due centri HIV olandesi, dove un farmacista ospedaliero ha monitorato per 1 anno i regimi terapeutici dei pazienti, individuando quelli con spesa superiore ai 600 euro al mese. I pazienti sono stati quindi valutati, tenendo conto di alcuni aspetti clinici, come la funzione renale, la tossicità tubolare, la presenza di epatite B e lo sviluppo di resistenze agli antiretrovirali durante la storia clinica.
Su 1596 pazienti presi in esame, 840 sono stati considerati eleggibili a entrare nello studio per una rivalutazione di terapia.
I cambiamenti proposti dall’algoritmo sono stati accolti positivamente dal 81,1% dei medici prescrittori. Anche i pazienti si sono dimostrati collaborativi: l’84,9% ha accettato di cambiare regime terapeutico. Vediamo quali sono gli effetti del processo descritto.
Quale risparmio si può ottenere?
L’obiettivo del cambio terapeutico è il risparmio economico, per questo gli autori sono andati a valutare eventuali cambiamenti nei costi associati alle terapie individuali in un anno.
Lo studio evidenzia infatti un risparmio per paziente di poco più di 2300 euro l’anno, il che significa circa 2 milioni di euro complessivi per le strutture coinvolte. In percentuale si parla del -21,4%.
Il cambiamento proposto più di frequentemente è stato il passaggio a terapie con doravirina/tenofovir disoproxil fumarato/lamuvidina (DOR/TDF/3TC). Hanno partecipato allo studio L’Ospedale OLVG di Amsterdam, il Centro per le Patologie Infettive Radboud del Radboud University Medical Center e il Centro Medico Meander di Amersfoort.
Studio: Oosterhof P, van Luin M, Grintjes K, van der Meche N, van Crevel R, Brinkman K, Burger DM. Optimising antiretroviral therapy through a proactive treatment algorithm: a cost-effective strategy in Dutch healthcare for people with HIV. J Antimicrob Chemother. 2025 Apr 12:dkaf117. doi: 10.1093/jac/dkaf117. Epub ahead of print. PMID: 40219835