Giornata del Malato Oncologico: risultati promettenti dalle terapie innovative

(immagine: Canva)

Oggi, 18 maggio, ricorre la Giornata del Malato Oncologico, per l’occasione Paolo Corradini, Filippo De Braud e Massimo Di Nicola, tre esperti della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano, parlano di come le terapie innovative per linfomi, mieloma e tumori solidi stiano migliorando concretamente la vita dei pazienti.

I tre esperti dell’Istituto dei Tumori hanno evidenziano come le CAR-T, i farmaci intelligenti e l’immunoterapia di nuova generazione stiano trasformando il trattamento dei tumori, con risultati promettenti in tumori ematologici e solidi. 

Paolo Corradini, Direttore del Reparto di Ematologia e Trapianto dell’INT e professore ordinario di ematologia all’Università Statale di Milano, sottolinea: «Le terapie CAR-T sono passate da idea a realtà: utilizziamo i linfociti del paziente, ingegnerizzati per riconoscere e distruggere le cellule tumorali. In Italia abbiamo trattato oltre 1.500 pazienti e l’INT è uno dei centri con i numeri più alti: solo lo scorso anno oltre 120 casi seguiti nel nostro Istituto».

Le CAR-T sono oggi impiegate con successo nei linfomi aggressivi e nel mieloma multiplo refrattario, con risultati promettenti anche nei pazienti in recidiva. Corradini evidenzia: «Abbiamo nuove generazioni di CAR-T, più efficaci e con tossicità ridotte. Ma soprattutto abbiamo cambiato le prospettive: parliamo oggi di terapie potenzialmente curative in malattie che un tempo avevano prognosi molto severe».

Filippo De Braud, direttore del Dipartimento e della Divisione di Oncologia Medica dell’INT e Professore ordinario all’Università degli Studi di Milano, afferma: «La medicina di precisione oggi ci consente di colpire bersagli molecolari specifici, a volte unici per ciascun tumore. Parliamo di farmaci intelligenti: anticorpi bispecifici, anticorpi coniugati e radioligandi».

Gli anticorpi bispecifici sono progettati per riconoscere più di un target e inoltre possono: veicolare fisicamente i linfociti T citotossici a contatto con le cellule tumorali, potenziandone l’attività superare i meccanismi con cui il tumore inibisce la risposta immunitaria, combinando più funzioni in una sola molecola; inibire simultaneamente un bersaglio tumorale e le vie di resistenza che il tumore attiva per eludere la terapia.

Gli anticorpi coniugati a chemioterapici rilasciano il farmaco direttamente all’interno della cellula tumorale, con minore impatto sui tessuti sani. Un esempio è il trastuzumab deruxtecan, attivo anche nei tumori HER2-low. Infine, i radioligandi, utilizzati in medicina nucleare, consentono un approccio cosiddetto “teranostico”: prima la diagnosi con traccianti non tossici, poi la terapia con isotopi radioattivi mirati. De Braud  aggiunge: «Queste innovazioni ci stanno aiutando a migliorare non solo la sopravvivenza, ma anche la qualità della vita. E l’INT è al centro di questa rivoluzione, con numerosi studi attivi e farmaci oggi disponibili anche nella pratica clinica».

Massimo Di Nicola, responsabile della S.S. Immunoterapia Clinica dei Tumori e Terapie Innovative presso l’INT, sottolinea come le prospettive di trattamento per i tumori solidi stiano evolvendo rapidamente: «Siamo tra i pochi centri italiani che stanno sviluppando CAR-T specifiche per i tumori solidi. Stiamo per avviare uno studio clinico con CAR-T contro l’antigene Claudina 6, mirato ai tumori del testicolo. Il reclutamento dei pazienti inizierà probabilmente subito dopo l’estate. Inoltre, a livello accademico, stiamo sviluppando una CAR-T contro l’antigene Globo H, espresso prevalentemente nei tumori del distretto gastroenterico. Questo trattamento è attualmente in fase di sperimentazione preclinica». L’immunoterapia è ormai una realtà consolidata all’INT, che sta sperimentando anche vaccini terapeutici, anticorpi bispecifici combinati e terapie personalizzate in base al profilo immunologico del paziente. «Il nostro obiettivo – continua Di Nicola – è offrire trattamenti sempre più mirati, integrando ricerca e cura in tempo reale. Non parliamo di futuro, ma di un presente che sta già cambiando la storia di molti pazienti».

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