AIFA ha approvato la rimborsabilità di etranacogene dezaparvovec, la prima terapia genica one shot per adulti con emofilia B grave e moderatamente grave (deficit congenito del fattore IX della coagulazione).
L’emofilia B è una malattia rara e potenzialmente letale che comporta gravi episodi emorragici, spesso spontanei, a carico di articolazioni, muscoli e organi interni. Chi ne soffre necessita di infusioni continue e a vita di fattore IX per prevenire le emorragie e gestire la carenza congenita della proteina.
La decisione di AIFA di riconoscere il farmaco come innovativo rappresenta una svolta significativa per l’accesso all’innovazione terapeutica in Italia e offre ai pazienti eleggibili una nuova opzione nella gestione della patologia.
Oliver Schmitt, amministratore delegato di CSL Behring Italia ha dichiarato: «è un passo importante verso un futuro in cui i pazienti possano vivere con meno limitazioni e maggiore serenità. Il nostro impegno è lavorare fianco a fianco con le autorità sanitarie per garantire che questa innovazione sia accessibile in modo rapido ed equo sul territorio nazionale».
Studio registrativo HOPE-B
Lo studio registrativo di fase III HOPE-B è uno studio in corso multinazionale in aperto, a braccio singolo, per valutare la sicurezza e l’efficacia di etranacogene dezaparvovec. Cinquantaquattro pazienti adulti affetti da emofilia B, con emofilia B moderatamente grave o grave e che necessitano di una terapia sostitutiva profilattica con il FIX, sono stati arruolati in un periodo prospettico di osservazione di almeno sei mesi o più, durante il quale hanno continuato ad utilizzare la loro attuale terapia standard per stabilire il tasso di sanguinamento annuale (ABR) di base.
Dopo questo periodo iniziale, i pazienti hanno ricevuto una singola somministrazione endovenosa di etranacogene dezaparvovec alla dose di 2×1013 gc/kg. I pazienti non sono stati esclusi dallo studio sulla base di preesistenti anticorpi neutralizzanti (NAbs) verso AAV5. Un totale di 54 pazienti ha ricevuto una singola dose di etranacogene dezaparvovec.
L’endpoint primario dello studio HOPE-B era l’ABR 52 settimane dopo il raggiungimento dell’espressione stabile del fattore IX (mesi 7-18) rispetto al periodo iniziale di sei mesi. Per questo endpoint, l’ABR è stato misurato dal settimo al diciottesimo mese dopo l’infusione, assicurando che il periodo di osservazione rappresentasse uno stato stazionario dell’espressione del transgene FIX.
Gli endpoint secondari comprendevano la valutazione dell’attività del fattore IX. Non sono state segnalate reazioni avverse gravi legate al trattamento.
Un decesso dovuto a urosepsi e shock cardiogeno in un paziente di 77 anni a 65 settimane dalla somministrazione è stato considerato dagli sperimentatori e dallo sponsor aziendale non correlato al trattamento. Un evento avverso grave di carcinoma epatocellulare è stato determinato come non correlato al trattamento con etranacogene dezaparvovec mediante caratterizzazione molecolare indipendente del tumore e dall’analisi dell’integrazione del vettore. Non sono stati segnalati inibitori del FIX.
